20 Aprile 2020, 18:14
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PALERMO – “Pensavamo che con le rivendicazioni avviate nello scorso mese di febbraio il governo avesse recepito, ma tutto ciò non è servito. Infatti nella legge di stabilità 2020, riproposta nei giorni scorsi con le modifiche legate all’emergenza coronavirus e inviata all’ARS, viene confermato il taglio di 2,2 milioni di euro al fondo per l’indennità vitalizia rivolta ai talassemici ed emoglobinopatici gravi siciliani”. La denuncia arriva dal consiglio direttivo della Fasted Sicilia Onlus, federazione che raggruppa undici associazioni in tutta l’Isola, ed esprime tutta l’amarezza dei circa 1.700 malati cronici gravi ufficialmente registrati in Sicilia a cui spetta un importo mensile di circa 416 euro per sopperire alle cure.
Il taglio ridimensiona la disponibilità del fondo da 8,9 milioni a 6,7: “praticamente come se a ogni malato non venissero pagate tre mensilità su dodici”, aveva spiegato il coordinatore di Fasted Filippo Meli a Live Sicilia. La federazione fa sapere di essere in attesa di chiarimenti dalla politica, dopo aver inviato una nota alle commissioni Sanità e Bilancio dell’Ars. Nel frattempo, però, rabbia e frustrazione hanno raggiunto il limite: “Il governo regionale ha perso l’ennesima occasione nei confronti dei talassemici ed emoglobinopatici siciliani – affermano Ketry Scarlata, presidente della Fasted, e gli altri membri del consiglio direttivo federale –. Invece di sostenere i malati, il governo Musumeci li penalizza”.
“Queste scelte politiche sono ancora più gravi in un frangente di grande preoccupazione per malati cronici trasfusioni-dipendenti quale quello che stiamo vivendo con il fenomeno coronavirus – aggiunge la federazione –. I talassemici ed emoglobinopatici sono stati investiti pienamente da tutto questo fenomeno, sia per le problematiche legate alla propria assistenza ospedaliera sia per la chiusura di tutte le attività lavorative”. I destinatari dell’indennità regionale, infatti, sono costretti a un’assidua e inevitabile frequentazione delle strutture ospedaliere in grado di trattare le loro patologie: un ‘male necessario’ che porta i pazienti, il cui sistema immunitario è già compromesso, a essere più esposti a potenziali contagi.
Quando la finanziaria era ancora allo studio e l’emergenza coronavirus aveva appena iniziato a incidere sulle vite dei siciliani, la Fasted aveva annunciato una protesta che prevedeva anche un sit-in all’Ars (poi revocato per via del dpcm del 9 marzo); l’iniziativa aveva destato l’interesse di alcuni deputati regionali della maggioranza e dell’opposizione, come Nello Dipasquale del Pd e Michele Mancuso di Forza Italia. “Purtroppo ci è impedito di protestare – osserva il consiglio della Fasted – ma iniziative di protesta saranno certamente attivate nel momento in cui le condizioni di sicurezza per la salute lo permetteranno. In atto non possiamo che appellarci nuovamente alle forze politiche regionali – rilancia la federazione – affinché correggano in sede parlamentare l’assurdità proposta dal governo, ripristinando il fabbisogno completo del fondo. I costi della patologia restano gli stessi come sempre”.
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20 Aprile 2020, 18:14