01 Luglio 2015, 19:49
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PALERMO – Speravano in un salvataggio in extremis, ma così non è stato. Da oggi dodici addetti alle pulizie dell’assessorato regionale dei Beni culturali sono rimasti senza lavoro. “Alla scadenza del contratto, la Sovrintendenza non ha rinnovato l’appalto e ha deciso di non concedere alcuna proroga”, spiega il segretario della Fisascat Cisl Palermo, Mimma Calabrò. Una decisione che ha scatenato la protesta dei dodici lavoratori davanti la sede dell’assessorato.
“Dopo 11 anni di servizio, mi ritrovo improvvisamente senza lavoro – è la voce di una lavoratrice –. Con il mio stipendio e gli assegni familiari mantengo un marito invalido e tre figli, di cui una studentessa universitaria. Che così stando le cose, sarà costretta a rinunciare agli studi – aggiunge -. Ci prendono in giro da tempo, ci hanno trattato come spazzatura. Un destino simile è toccato sei mesi fa ad alcuni colleghi. La beffa è che si tratta di una situazione che si sta verificando soltanto in questo assessorato”.
“Non ho intenzione di muovermi di qui finché non mi diranno che potrò ritornare a lavorare – afferma un’altra lavoratrice, al quarto mese di gravidanza –. Ho due bambini, uno in arrivo, e un marito che non trova occupazione. Questo lavoro mi è indispensabile per campare – continua -. Da quindici anni mi alzo alle cinque del mattino per 150 euro al mese e mi hanno buttato fuori da un giorno all’altro. Non molleremo”.
“Occorre trovare soluzioni immediate per restituire dignità alle persone coinvolte – dice Calabrò -. Anche in virtù del fatto che l’incidenza economica di questi dodici lavoratori per le casse dell’assessorato ai Beni culturali è minima. Pare che complessivamente non si vada oltre i quattro mila euro al mese. Non si può continuare con il rimpallo tra politica e burocrazia – conclude la sindacalista -, qui nessuno si vuole assumere le proprie responsabilità. E a restare schiacciati sono i lavoratori”.
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01 Luglio 2015, 19:49