07 Maggio 2014, 06:00
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PALERMO – Qualcuno, alla fine, resterà comunque a bocca asciutta. Gli Ersu, l’Istituto nazionale del dramma antico, la Kore di Enna, il Museo d’arte moderna. Ma la maggior parte degli stipendi, alla fine, sarà garantito. Anche se solo fino a giugno. In qualche caso, fino a luglio. Grazie a una manovra da 136 milioni.
L’assessore all’Economia Agnello non vuole che venga chiamata “manovrina”. Ma ammette che non sarà questa la “manovra vera e propria”. Il maxiemendamento alla vecchia Finanziaria, presentato ieri dal governo, come detto, ha una portata di 136 milioni. La somma è ricavata, per la maggior parte, da un accordo con la Regione Puglia sul patto di stabilità. In pratica, la Sicilia ha ceduto “spazio finanziario” in cambio di fondi. In questo caso, la somma è di poco superiore agli 80 milioni di euro. Altri 52 milioni invece, sono quelli “non impugnati” dall’allegato 1 della vecchia Finanziaria. In quell’allegato, inizialmente, le somme stanziate erano di circa 400 milioni. Ma la bocciatura di Aronica “ridusse” quell’allegato col quale vengono finanziate circa un centinaio di voci (enti regionali, teatri, associazioni antiracket e interventi di vario tipo), appunto a circa 52 milioni. I restanti 3,8 milioni derivano dal Fondo per le “iniziative legislative in corso”.
Questa, come detto, la copertura finanziaria. Che sarebbe, stavolta, “a prova di Aronica”. “Questo testo, nei giorni scorsi – ha ammesso l’assessore Agnello – è stato discusso a vari livelli. Anche col Commissario dello Stato”. Del resto, una nuova bocciatura farebbe rima con “disastro”.
Insomma, si parte dai 136 milioni. Anzi 136,739 milioni, per l’esattezza. Come verranno utilizzati? La “filosofia” alla base di questa manovra è chiaramente espressa nella relazione introduttiva alla manovrina, che accenna alla complessità della Finanziaria impugnata e alla necessità di compensare gli effetti del cosiddetto “decreto Renzi”, che chiede alla Sicilia un sacrificio ulteriore di circa 89 milioni. “Si ritiene opportuno – scrive il governo – procedere, intanto, ad un rifinanziamento dei capitoli su cui gravano gli oneri relativi al personale, onde consentire il pagamento delle spettanze dovute per almeno ulteriori due mesi, in attesa di provvedere definitivamente con l’approvazione della nuova manovra”. Stipendi, quindi. Questo testo servirà a mettere una pezza. In attesa di lavorare al nuovo ddl. Stipendi, sì. Ma per un paio di mesi. Il ddl interviene sull’emergenza. Ma la soluzione è ancora lontana.
Del resto, le somme impugnate dal commissario dello Stato ammontavano a circa mezzo miliardo di euro. Questa manovrina, come detto, “pesa” 136 milioni. Che verranno suddivisi secondo uno schema molto chiaro, presentato oggi da Agnello alla commissione. Il governo stanzierà 17,185 milioni per i Forestali, 3 milioni andranno ai dipendenti dei Consorzi di bonifica, circa 6,5 milioni per il personale dell’Eas (di questi, 2 milioni per la “manutenzione del territorio e del passaggio rurale”).
Oltre 109 milioni, invece, andranno a finanziare quell’allegato 1 che comprende un centinaio di voci. Stipendi, nella maggior parte dei casi. La cifra maggiore è stata recuperata per il finanziamento dei Consorzi di bonifica (oltre 20 milioni). All’Esa andranno 7,6 milioni di euro. All’Irsap veranno destinati invece 7,5 milioni. Poco più di sette milioni al personale degli enti parco.
Poi, ecco oltre 5 milioni per gli enti Azasi, Espi, Ems, oltre 4,4 milioni per gli ex dipendenti dell’Ente minerario, i 3,4 milioni per cooperative sociali e consorzi agrari. Quasi 1,2 milioni andranno ai Ciapi, 1,8 milioni all’Istituto Vite e vino, quasi un milione al Corfilac, poco di più all’Istituto di incremento ippico e all’istittuo zootecnico. Poco più di 1,8 milioni va alla gestione delle riserve naturali.
Arriva anche una boccata d’ossigeno per i teatri siciliani. Al Bellini di Catania andranno quasi 7 milioni, al “Massimo” di Palermo destinati 3,7 milioni, al Teatro di Messina 2,3 milioni, al “Biondo” di Palermo un milione e mezzo. Quasi 4,2 milioni, poi, andranno alla Fondazione orchestra sinfonica.
Garantiti invece i fondi per la lotta alla mafia. Ovviamente nei limiti “temporali” previsti dal ddl. Mezzo milione ad esempio andrà alle associazioni antiracket, la stessa cifra andrà alla tutela degli imprenditori vittime del racket, 300 mila euro verrà destinato alle assunzioni nella pubblica amministrazione dei parenti di vittime dell’antimafia, 80 mila euro sarà invece rivolto come indennizzo “una tantum” in favore delle vittime di azioni violente da parte della criminalità, 180 mila euro andranno al fondo regionale per le parti civili nei processi contro la mafia. Conservato anche il capitolo col quale la Regione finanzia i vitalizi per i cittadini affetti da gravi forme di talassemia (trovati 4,7 milioni).
Come detto, però, alcuni capitoli risultano azzerati. In alcuni casi, quindi, viene cancellato anche lo stanziamento “superstite” dopo l’impugnativa. “Ma non bisogna pensare – ha assicurato l’assessore Agnello – che a quelle categorie o a quegli interventi non destineremo un euro. Interverremo in un secondo momento, semmai, quando metteremo mano alla manovra vera e propria”. Fatto sta che, ad esempio, gli Ersu non riceveranno un euro (tolti anche i quasi 2,3 milioni rimasti ‘immuni’ alla bocciatura di Aronica). Zero euro anche per la Kore di Enna, per l’Istituto nazionale del dramma antico, per il personale impegnato in attività di protezione civile, per i centri di assistenza alle cooperative, per il Centro regionale di restauro e per il Museo d’arte moderna di Palermo. E ancora, zero euro per i Confidi, per gli enti ecclesiastici, per le “istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza”, per gli istituti che assistono i ciechi. E ancora, scompaiono i finanziamenti per qualche manifestazione culturale come “Taormina arte” o le Orestiadi di Gibellina. I 136 milioni, insomma, non bastano per tutti. E nemmeno per sempre. Solo due mesi. Nel frattempo, bisognerà lavorare alla “vera” manovra.
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07 Maggio 2014, 06:00