22 Ottobre 2010, 11:38
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Lo Zen è uno scandalo nel cuore di Palermo che nessuno vuole vedere, un nodo scorsoio considerato irrisolvibile. Inutile perderci tempo e soldi. Una sofferenza infinita, soprattutto, per le tante persone perbene che sono rinchiuse nel suo quadrilatero, sottoposte al dominio della mafia, dello “zio”, della criminalità, della violenza, dei palermitani cattivi. L’episodio di cronaca con cui abbiamo scelto di aprire il giornale potrebbe essere derubricato come un fatto di ordinaria e tremenda crudeltà. Per noi è di più. E’ l’immagine di una cittadella senza sceriffo e senza legge. E’ il marchio di un contesto in cui l’illegalità ha la supremazia. I conti si regolano con piglio da saloon. Uno vuole rubare in casa di un tuo congiunto? Lo aspetti, lo affronti, lo amazzi. E’ l’esplosione della forza bruta che ognuno può mettere in campo, senza seccanti sovrastrutture.
I buoni soccombono, perciò. Sopportano norme e consuetudini scaturite dal libro della giungla, dall’omertà, dalla sottomissione, dalla paura. E lo Zen è la repubblica indipendente dello spaccio a cielo aperto, delle aggressioni, della circospezione che perfino le forze dell’ordine usano quando si trovano laggiù e perlustrano il territorio come se fosse un avamposto straniero e nemico. Mancano il controllo della sicurezza per il presente e una minima, logica speranza-progetto di rinascita per il futuro. Non c’è scandalo a quanto pare. Viva la repubblica indipendente e scellerata dello Zen di Palermo.
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22 Ottobre 2010, 11:38