04 Aprile 2021, 06:05
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Il messaggio della Pasqua risuona nel mondo da venti secoli, ma a furia di celebrarla abbiamo finito per farci l’abitudine e non stupirci più. Oggi, anche a causa del Coranavirus, viviamo una situazione di paura per il futuro e di insicurezza economica e sociale. Respirando ogni giorno l’aria dell’insoddisfazione, della stanchezza, della sfiducia nelle istituzioni le tentazioni più grandi sono la rassegnazione o la rabbia. Oppressi e angustiati da tanti problemi, da promesse illusorie abbiamo bisogno di una speranza che non delude. Noi cristiani a Pasqua siamo custodi di un gigantesco segreto: la risurrezione di Cristo segna la sua vittoria sulla morte e inaugura una nuova dimensione, che getta una luce nuova non solo sulla figura di Gesù, ma anche sulla nostra vita. Se Gesù Cristo non fosse risorto, la speranza umana resterebbe una povera speranza e le ingiustizie, la corruzione, le malattie e la morte continuerebbero a dominare inesorabili.
La resurrezione di Cristo è un avvenimento che coinvolge tutti i cristiani aldilà di ogni differenza confessionale. Il teologo ortodosso russo P. Florenskij, fucilato l’8 dicembre 1937, in una predica dal titolo “L’inizio della vita” disse: “Nel fluire confuso degli avvenimenti, si è ritrovato un centro, si è rivelato il punto d’appoggio: Cristo è risorto! Se il Figlio di Dio non fosse risorto, allora tutto il mondo sarebbe divenuto completamente assurdo, allora il tesoro più prezioso si sarebbe definitivamente bruciato e la bellezza sarebbe irrevocabilmente morta; allora il ponte fra la terra e il cielo sarebbe crollato per l’eternità. E noi saremmo rimasti senza nessuno dei due, perché non avremmo conosciuto il cielo e non avremmo potuto difenderci dalla distruzione della terra”. Il professore anglicano N. T. Wright afferma: “Essere afferrati da Gesù risorto nostro contemporaneo significa conoscere e amare colui che ha sconfitto la morte con il potere dell’amore e della nuova creazione. Ogni bicchiere di acqua fresca, ogni minuscola preghiera, ogni confronto con i prepotenti che opprimono i poveri, ogni canto di lode o danza di gioia, ogni opera d’arte e musica niente va sprecato. La risurrezione lo riaffermerà, in un modo che non possiamo immaginare, come parte del nuovo mondo di Dio. La risurrezione non riguarda soltanto un futuro glorioso, riguarda un presente pieno di significato”.
Noi cristiani siamo chiamati a confrontarci con gli avvenimenti della nostra vita quotidiana, con il loro pesante bagaglio di sofferenza, di dolore e di morte e ne dobbiamo offrire una lettura “pasquale” alla luce della risurrezione di Cristo, che squarcia le tenebre di un mondo avvolto dai virus dell’egoismo e dell’indifferenza e ci fa guardare, non ostante tutte le tribolazioni, con fiducia al futuro.
Dobbiamo scrollarci di dosso la tristezza e la rassegnazione, per lavorare nella concordia per il bene comune ed essere costruttori di giustizia e di pace, aperti a una speranza che non tramonta.
Michele Pennisi arcivescovo di Monreale
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04 Aprile 2021, 06:05