La richiesta di pizzo e gli incendi| Racket, due arresti a Bagheria

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21 Febbraio 2015, 07:00

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BAGHERIA (PALERMO) – Il suo incubo è iniziato a luglio, quando di notte un incendio ha danneggiato la saracinesca della sua attività commerciale. Un rivendita di macchine agricole era finita nel mirino degli estorsori a Bagheria, dove stamattina sono scattati due arresti da parte dei carabinieri.

La vittima ha denunciato anche un altro rogo, appiccato sempre davanti al negozio quasi un mese dopo: un susseguirsi di intimidazioni che gli uomini del racket hanno messo a segno per ribadire la propria presenza e pressare il commerciante. Quest’ultimo aveva inizialmente negato di avere ricevuto minacce estorsive, ma in un secondo momento ha rivelato ai carabinieri che alcuni giorni prima dei due attentati incendiari, era stato avvicinato da un uomo collegato alla cosca della zona.

A finire in manette oggi, due giovani bagheresi accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I carabinieri della compagnia di Bagheria, coordinati dalla Procura di Termini Imerese sono risaliti a loro grazie alle serrate indagini a cui hanno fornito un notevole contributo i filmati delle telecamere di videosorveglianza. In una di quelle notti in cui furono appiccati gli incendi, i due giovani avevano inoltre riportato delle ustioni, perché travolti dalle fiamme.

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Gli investigatori hanno analizzato anche i tabulati telefonici ed effettuato delle perquisizioni a casa dei due bagheresi, che potrebbero avere alle spalle i boss del clan mafioso della cittadina alle porte di Palermo. Per questo le indagini, affidate alla Dda del capoluogo, proseguono e mirano ad accertare gli eventuali mandanti delle due intimidazioni.

I due arrestati sono Gianluca Califano e Salvatore Benigno entrambi di 22 anni, di Bagheria. Secondo i carabinieri sarebbero loro ad avere gettato la benzina sulle saracinesche di un commerciante e nel corso di una intimidazione sarebbero rimasti ustionati alle braccia e alle gambe.

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21 Febbraio 2015, 07:00

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