02 Febbraio 2016, 06:00
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PALERMO – A metà novembre era stata annunciata come una rivoluzione. E in effetti potrebbe esserlo, perché dovrebbe permettere di definire regole certe nella giungla degli impianti eolici siciliani. A due mesi e mezzo dall’approvazione della riforma da parte dell’Ars, però, la nuova legge sull’eolico ha portato un unico effetto: la decisione, messa nero su bianco dal dirigente del dipartimento Energia Pietro Lo Monaco, di bloccare tutti i progetti in corso di autorizzazione in giro per la Sicilia. Nel decreto, firmato il 21 gennaio, c’è anche l’elenco: si tratta di 42 progetti depositati alla Regione in alcuni casi anche dal 2006, che adesso entrano nell’oblio dello stand-by fino a quando non sarà emanato il regolamento che spiega dove si posso costruire gli impianti. E i ricorsi, in alcuni casi, sono già pronti.
Le nuove regole sono state approvate dall’Ars a novembre. Individuano i criteri per definire alcune aree a rischio ambientale “non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica”. Regole più stringenti salutate con entusiasmo dal presidente della Regione Rosario Crocetta come un modo per stoppare “gli affari del boss latitante Matteo Messina Denaro e della mafia sull’eolico”. Il vincolo riguarda gli impianti superiori ai 20 kilowatt ed è subordinato all’emanazione di un decreto del presidente della Regione “da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge”. Quel regolamento, ça va sans dire, non è ancora arrivato.
A questo punto entra in scena il dipartimento. Che il 14 gennaio ottiene il via libera alla legge dalla presidenza del Consiglio dei ministri e una settimana dopo stila l’elenco dei progetti ancora soggetti ad approvazione: un elenco con 42 punti, il più antico dei quali risale al 13 settembre 2006, per un totale di circa 1.400 megawatt da produrre sfruttando il vento anziché fonti inquinanti. Progetti dalle dimensioni variabili (si va da 179 kilowatt a 240 megawatt) per i quali due anni fa il dipartimento Energia, visto che in alcuni casi si trattava di proposte molto vecchie, ha chiesto alle aziende di “manifestare esplicitamente il proprio interesse a portare avanti l’originaria iniziativa”. Poi sono state avviate le procedure, che in alcuni casi hanno portato alla rimodulazione del progetto originario “in diminuzione sia per problematiche ambientali e/o paesaggistiche – ammette lo stesso Lo Monaco – sia per scelte imprenditoriali”. Per tutti questi progetti arriva “la sospensione dei lavori delle Conferenze di servizi”, cioè lo stop fino all’approvazione del regolamento.
Nel frattempo si lavora al decreto. Lo Monaco scrive anche che “è stata istituita e si è insediata una commissione composta dai rappresentanti dei dipartimenti regionali interessati, al fine di addivenire alla individuazione delle ‘aree non idonee’ alla realizzazione degli impianti eolici”. La commissione, sostiene il dipartimento, dovrà completare i propri lavori “entro il mese di aprile”. In attesa che questo avvenga, si ferma tutto. Non fino ad aprile: “Fintanto che non sarà emanato il decreto del presidente della Regione”. In qualunque momento questa mossa arrivi, quindi anche dopo la scadenza, che d’altro canto non è perentoria. Nonostante dalla presentazione del più antico dei progetti siano passati ormai quasi dieci anni.
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02 Febbraio 2016, 06:00