08 Maggio 2010, 10:52
2 min di lettura
E si arrabbia, Walter Sabatini. Essendo un libero pensatore ha il massimo rispetto della libera stampa. Ma se intravvede malizia (a torto o a ragione) in quello che scrivi, ti appende col tuo corpo di carta e col tuo articolo nella sua bacheca. E nessuno ti schioderà mai più.
Perché Walter Sabatini patisce una tortura segreta? Tiriamo a indovinare: forse perché è un uomo di profondità che ama leggere e respirare parole profonde. E tutti gli uomini di profondità hanno dentro un naturale antidoto alla gioia. Un interruttore che stacca la corrente, quando la felicità sprizza troppo. E poi ci sono tristi presagi. Uno su tutti, la morte di Renato Curi, suo compagno al Perugia. In una intervista che chi scrive ricorda con molta affettuosa partecipazione, il direttore confessò: “Curi prima di entrare in campò mi regalò un ciondolo d’oro, il suo portafortuna. Mi disse: tu ne hai più bisogno di me. E quella domenica morì”.
No, non sempre è facile avere a che fare con uomini come Sabatini. Possono sbranarti o abbracciarti, dipende dalla luna e da come gli gira. Ma puoi contare sulla loro lealtà, sul principio che quando fanno un lavoro lo portano a termine, sulla loro passione e sui sensi di colpa che spingono a tirare la carretta, con l’ostinazione dei muli, sotto la bufera. Walter Sabatini ha messo su un Palermo da Champions. All’inizio della stragione in tanti, tra cronisti e opinionisti, gli hanno dato addosso. Ora che potrebbe prendersi la sua rivincita, il fumatore sta assiso nell’ombra. Ma ciò non ci impedisce di ringraziarlo e di chiedergli scusa per quell’ingeneroso scetticismo.
Pubblicato il
08 Maggio 2010, 10:52