La “rivoluzione” di Giovanni Salvi

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12 Giugno 2013, 07:58

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CATANIA – Diciassette anni separano gli arresti di oggi dal 10 maggio 1996, giorno in cui, Gino Ilardo, dopo aver comunicato ai magistrati che voleva collaborare con la giustizia, è stato assassinato.

Non è un omicidio qualunque: Ilardo era l’unico che poteva consentire l’arresto di Bernardo Provenzano. E probabilmente per questo è stato fatto fuori, sull’altare della trattativa Stato – mafia. Da quel momento sono trascorsi diciassette anni e non si contano gli interrogativi senza risposta, indagini finite negli scantinati del palazzo di Giustizia, paure e riverenze che non hanno spiegazione. O forse ce l’hanno: Ilardo poteva compromettere l’intesa, di parti dello Stato, con Cosa Nostra.

Le indagini della procura di Giovanni Salvi, con l’ausilio dei pm Agata Santonocito e Pasquale Pacifico, scrivono una nuova pagina nella storia, non solo di Catania. Resta solo un interrogativo, che forse presto potrebbe essere chiarito: a quale livello è stato deciso che Ilardo doveva essere ucciso?

 

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12 Giugno 2013, 07:58

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