La rotonda apre solo a metà| Oggi riunione con l’impresa

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20 Febbraio 2014, 18:41

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CATANIA – È stato aperto davvero sotto la buona stella di Sant’Eleuterio, il santo che ammansiva gli animali, il Nodo Gioeni. Stamattina alle 9.30 erano tutti lì giornalisti, direttore lavori, assessori, vicesindaco, automobilisti e compagnia cantando. Tutti pronti a immortalare il momento, anzi un mezzo momento, visto che l’inaugurazione – che poi inaugurazione non era – ha visto l’apertura solo di mezza rotonda, quella a sud che consente di tornare verso Misterbianco. E l’altro torna indietro? Hanno deciso di non aprirlo. Per adesso. Secondo il direttore Mirone perché “l’amministrazione vuole prima realizzato il torna indietro che collega via Petraro con via Passo Gravina”.

Un lavoro non troppo complicato ma che comporta l’eliminazione del guard rail e il livellamento dell’asfalto. Ma soprattutto che comporta tempo. Un torna indietro che, secondo Vincenzo Condorelli, esperto per la mobilità, sembra essere scomparso in una delle tante varianti del progetto e che invece era parte integrante del Nodo Gioeni. Eppure anche il torna indietro nord stamattina ha visto la luce. Mezz’ora dopo che tutti erano andati via, infatti, le macchine sfrecciavano in entrambi i sensi e con tanta voglia – sopita e bloccata da un vigile urbano – di immettersi verso via Etnea (vedi foto). Furbizia, ingenuità o confusione? Conoscendo i catanesi le risposte potrebbero essere tutte, ma una buona parte della colpa potrebbe essere imputata alla segnaletica orizzontale, come ci ha detto il vicensindaco Marco Consoli, che induce e invoglia all’errore. Chi esce dal torna indietro si ritrova un segnale che consente di andare dritto ma anche di girare a destra. Con quali risultati non è difficile da immaginare.Ed è per questo che alla riunione che si è tenuta alle 13.30 con il sindaco è stato deciso di rifare la segnaletica. Quando? Una cosa per volta. Sono tante le cose di cui hanno parlato in questa riunione a porte chiuse. A iniziare proprio dalla necessità di dipingere nuovamente la segnaletica. Solo dopo, infatti, potrà essere aperto il torna indietro nord (che alle 13 è stato richiuso e lasciamo alla vostra immaginazione le reazioni dei catanesi). Ma prima dovranno essere allungati, da entrambi i lati, i cordoli dello spartitraffico che forma una “V” sopra via Etnea.Due i motivi: impedire in qualunque modo l’immissione in via Etnea a chi proviene da Ognina e impedire a chi sale da via Etna di entrare nel torna indietro che porta a Misterbianco. Ma allora a quando l’apertura? Non prima della settimana prossima.

Per domani pare sia prevista una riunione, sempre a porte chiuse, anche con i titolari della Tosa Appalti per concordare le possibili migliorie. E domani è già venerdì. Poi bisognerà realizzarle queste migliorie. Tra queste dovrebbe essere previsto il livellamento del manto stradale di via Del Bosco a scendere proprio in corrispondenza del dosso che si presenta a chi scende verso Ognina. Un livellamento che dovrà essere fatto in altezza per evitare di incappare nei famelici sottoservizi (tubi dell’acqua, fibre ottiche, cavi dell’alta tensione oltre a un’enorme vasca d’acqua) che hanno impedito persino di allargare la caditoia per tutta l’ampiezza della carreggiata e che dovrà iniziare a monte, quasi in corrispondenza da via Fleming, per intenderci. Il gioco però vale la candela: verrebbe eliminato il limite massimo di velocità di 20km/h, non salterebbe lo stomaco in gola a chi entra in via del Bosco e non si metterebbe a rischio – speriamo mai – la vita di quanti attraversano per recuperare le auto posteggiate da un lato e dall’altro della strada.

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E le strisce pedonali? Quelle proprio non ci sono. Hanno parlato anche di questo il Rup Corrado Persico, Condorelli e l’assessore ai LL.PP. Bosco durante la riunione con il sindaco. E così il problema dell’attraversamento pedonale è emerso in tutto il suo dramma. Raggiungere a piedi il semaforo vicino alla chiesa o quello a monte sopra via Del Bosco per attraversare è davvero un problema. Lo è per un giovane figuriamoci per una persona di età avanzata. Non si sa ancora quali soluzioni verranno adottate. In una città del futuro si potrebbero sognare e ipotizzare persino dei tapirulan sopraelevati. Ma siamo certi che i tecnici troveranno qualcosa di più pratico che lasci tutti con i piedi per terra. In tutto questo non va dimenticato il Brt, il servizio pubblico più amato dai catanesi, che da otto mesi ormai ha cambiato il suo percorso per non intralciare i lavori del Nodo Gioeni. Da dove passerà?

Le soluzioni possibili sembrano due. La prima prevede l’installazione di un semaforo ad hoc che consentirà alla linea veloce di attraversare a piè pari la Circonvallazione all’altezza di via Del Bosco bloccando – per pochi secondi ci dicono – il traffico automobilistico in entrambe le direzioni. La seconda è meno invasiva, anche se prevedrebbe un percorso più lungo: scendendo da via Passo Gravina attraverserebbe via Del Bosco per immettersi in via Albertone e poi sulla Circonvallazione. Ci stanno studiando, così come stanno studiando i flussi di traffico nell’eventualità di realizzare il nuovo torna indietro che vorrebbero fare davanti alla Chiesa Madonna di Lourdes. Risolverà davvero il problema del traffico? E quello dell’unico livello stradale contro i tre precedenti? E sarà la chiave di Volta per non essere fagocitati dai tanti imprevisti del famoso sottopasso di collegamento tra via Caronda e via Grassi? Il sindaco Bianco lunedì ne era certo, mentre stamattina i tecnici titubavano. Qual è la soluzione migliore si saprà solo studiando le carte e purtroppo non basterà il monitoraggio di questi giorni.

Una cosa è certa, nel progetto originale il sottopasso c’era. È stato eliminato perché non bastavano i soldi? Oppure per la presenza dei sottoservizi e del canale pluviale alto 2,20 metri? Qualunque sia la risposta, in questo momento il progetto del sottopasso è ancora in fase preliminare, ha bisogno di un appalto integrato per arrivare alla progettazione esecutiva, ha anche bisogno di quasi due milioni e mezzo per poterlo realizzare e almeno due anni e mezzo di lavori. Insomma, se tutto va bene se ne parla nel 2016. Al momento armiamoci di pazienza. La rotonda aprirà in ogni sua curva, adesso è davvero questione di giorni. C’è anche l’ordinanza dell’Utu, come ha comunicato la nota del Comune, quindi ci sarà anche il collaudo. Anche se l’assessore Bosco ci ha detto che “il collaudo, anche a stralcio, non sarebbe indispensabile ma lo sarà quando tutti i lavori verranno completati”, mentre il Rup Persico parla di tre collaudatori nominati dalla Regione (non il Comune?) che stanno provvedendo. Nel frattempo che si fa? Si fa la fila e si aspetta Caronte. Hai visto mai che ci dà un passaggio!

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20 Febbraio 2014, 18:41

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