Opinioni

Draghi, solo un pazzo vorrebbe essere al suo posto…

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17 Gennaio 2022, 17:16

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Cadere a causa degli intrighi di un alleato che invece avrebbe dovuto sostenerti non è cosa bella ma chissà quante volte Giuseppe Conte avrà intimamente ringraziato il destino (e Matteo Renzi che lo ha incarnato) di non essere oggi il presidente del Consiglio, in un tempo in cui solo un pazzo vorrebbe essere al posto di Mario Draghi. Intanto, però, il consenso quasi unanime di cui fino a ieri ha goduto l’ex governatore della Banca Centrale Europea sembra mostrare delle crepe, si avverte nell’aria qualcosa che non va e non mi riferisco solo all’infinita emergenza sanitaria che sta flagellando il nostro Paese e il pianeta intero con prospettive non proprio tranquillizzanti vista l’incredibile capacità del Covid-19 di mutare in continuazione e le resistenze di troppi nel mondo a vaccinarsi. No, mi riferisco pure ad alcune incertezze via via più eclatanti dell’Esecutivo, che costringono il premier a conferenze stampa esplicative, e ai giochi sotterranei di Matteo Salvini (complice un Renzi sempre operativo quando si tratta di mestare dietro le quinte) miranti a un disimpegno della Lega dalla maggioranza come premessa di possibili elezioni anticipate. Il leader del Carroccio rassicura ma con toni poco credibili.

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L’imminente scelta del nuovo presidente della Repubblica è ghiotta occasione per siglare patti e confezionare alleanze di convenienza. Conte fosse ancora seduto a Palazzo Chigi sarebbe stato massacrato se avesse preso i medesimi provvedimenti adottati dal suo successore con il “governo dei migliori”, eppure Draghi sta procedendo obtorto collo, con maggiori mezzi, nel solco tracciato dal suo predecessore sul piano del rigore nel contrasto alla pandemia con il difetto, forse, di una minore lucidità per quanto riguarda l’approccio anti-coronavirus nei confronti di alcuni settori (vedremo nei prossimi giorni, per esempio, l’evolversi del caos che si è creato nelle regioni e nei comuni circa l’apertura o meno della Scuola) e dell’assenza di una complessiva programmazione finanziaria per ristorare le attività economiche che stanno tornando in evidente sofferenza (solo adesso se ne comincia a parlare). Difficile prevedere il prossimo futuro considerando la complicata posizione del PD, di Enrico Letta in particolare che sì, è vero, ha riportato il partito in cima ai sondaggi ma che al contempo ha parecchio da fare con un agitato M5S al quale Conte non è tuttora riuscito ad imprimere un indirizzo politico unitario (Beppe Grillo del resto non fa nulla per aiutarlo). Insomma, la sensazione è di un marasma generale, alimentato dalla solita massa di notizie giornaliere contrastanti sull’efficacia dei vaccini, e della fine del clima di responsabilità patriottica dinanzi alla persistente minaccia pandemica. Se poi aggiungiamo anche soltanto l’ipotesi di Silvio Berlusconi al Quirinale di fatto ci candidiamo al suicidio, povera Italia.

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17 Gennaio 2022, 17:16

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