La sciocca paura del vaccino

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19 Ottobre 2015, 18:10

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E’ tempo di vaccino. Comincia la “campagna di guerra” contro l’influenzaLa vaccinazione – scoperta da due sommi scienziati, Jenner e Pasteur – è stata uno dei più grandi progressi della medicina in tema di prevenzione.

Eppure in Italia dal 2012 è cominciato un calo di tutte le coperture vaccinali, per paura e scetticismo, con migliaia di morti per influenza. Le persone più a rischio sono gli over-65 (o anche meno se affetti da altre patologie) e i bambini.

Il Ministero della Salute ha fissato nella misura del 75 per cento la soglia minima di anziani e soggetti a rischio da vaccinare. Il livello ottimale sarebbe il 95 per cento, per il fatto che nel 2015-2016 l’influenza rischia di contagiare una persona su quattro.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – visto il calo di 5-10 mila vaccinazioni l’anno dei bimbi – ha ipotizzato anche di non far iscrivere a scuola i piccoli non sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie, quali difterite, poliomelite, pertosse. Nel nuovo piano vaccinale, che sarà discusso con le Regioni, si stabilirà se questa teorica ipotesi possa divenire realtà.

In Sicilia la campagna contro l’influenza si svolgerà nell’arco di tempo tra novembre e gennaio prossimi, in quanto occorrono 10-15 giorni perché funzioni la protezione.

Il nostro Paese avrebbe molto bisogno di una quasi totale copertura vaccinale, poiché è la seconda nazione del mondo per numero di anziani, grazie all’universalità del sistema sanitario e all’alimentazione mediterranea. L’Italia ha un vastissimo patrimonio di persone “anagraficamente dotate”: 21,4 per cento over 65 e il 6,4 per cento sopra gli 80 anni.

Il professore Silvio Garattini ha così sintetizzato doti e qualità del vaccino antinfluenzale: è un farmaco preventivo, per buona parte superiore agli altri medicamenti; agisce presto; costa poco; possiede grande efficacia per le persone a rischio, per la capacità di far diminuire morbilità e mortalità.

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Perché si ha paura del vaccino? Il timore nasce da pregiudizi, incultura, automedicina su Internet, attribuzione di morti sospette, sino a proclamare un nesso tra vaccino e insorgenza di autismo.

Queste ipotesi e opzioni risultano non comprensibili e contraddittorie, in relazione alla medicina delle evidenze scientifiche. La colpa è anche della comunità degli studiosi, che non ha saputo portare al grande pubblico il concetto che la scienza è una missione vitale e che la cultura scientifica permette di recitare un ruolo d’avanguardia.

Esiste un altro fenomeno – derivato da disinteresse o scetticismo – che lascia perplessi e sconcertati. In Italia la percentuale di medici e operatori sanitari che si vaccinano è solo del 20 per cento. Negli Stati Uniti, per fare un paragone, si arriva all’80-90 per cento.

Ma v’è di più. Negli USA i camici bianchi che non si vaccinano non possono entrare in reparto e sono suscettibili di altre sanzioni. In Gran Bretagna i dottori che si oppongono alle vaccinazioni sono messi fuori dal sistema sanitario pubblico.

Pertanto merita apprezzamento l’assessore regionale alla Salute on. Baldo Gucciardi, che ha deciso di dare esempio pubblico, dichiarando che si sottoporrà alla vaccinazione proprio all’inizio, il 4 novembre.

Una modesta proposta. Sarebbe assai utile e produttivo che tutti i siciliani – i quali ricoprono incarichi politici, istituzionali, civili e sociali, nonché nei mezzi di comunicazione e nei mass-media – si vaccinassero dandone pubblica informazione. Un buon esempio per la salute della Sicilia. Una efficace promozione per la medicina preventiva.

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19 Ottobre 2015, 18:10

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