16 Luglio 2012, 11:15
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Resta un giallo la scomparsa del peschereccio siciliano “Fatima II”, di Portopalo di Capo Passero (Siracusa), del quale non si hanno notizie dopo che tre componenti l’equipaggio, tutti italiani, sono stati trovati su due zattere di salvataggio, al largo delle coste greche. Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che altri tre marinai, due egiziani e un tunisino, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, si siano ammutinati fuggendo con l’imbarcazione. Non si conosce la sorte del comandante, Gianluca Bianca: anche lui manca all’appello e gli inquirenti non escludono che possa addirittura essere stato ucciso, considerato che i naufraghi hanno detto di aver sentito degli spari a bordo. Un’ipotesi che terrorizza la moglie del comandante, Monica Patania, che, tra le lacrime, si dice “fortemente pessimista”. “Lo avevo sempre detto a mio marito – spiega – di non fidarsi di quei marinai. Ma lui mi rispondeva che non era semplice trovare dei marittimi da imbarcare e che in ogni caso si doveva andare per mare per portare il pane a casa”. “L’ultima volta che ho sentito Gianluca al telefono è stato giovedì scorso – ricorda la donna – era tranquillo, nella sua voce non c’era alcunché che lasciasse trapelare la minima preoccupazione. Qualsiasi cosa sia accaduta sarà accaduta dopo. Poi il prolungato silenzio, che per lui non era abituale, mi ha fatto nascere i primi sospetti”. La moglie del comandante elogia lo sforzo della Capitaneria di porto: “Stanno facendo veramente di tutto per riuscire a venire capo della situazione – osserva – ma io sono pessimista”. La donna è in attesa di notizie davanti alla caserma della Guardia costiera di Siracusa, assieme ad amici del comandante del “Fatima II”. Visibilmente provata è anche Antonina Moscuzza, mamma di Gianluca Bianca: “Non so dire cosa possa essere accaduto – afferma – ma voglio al più presto avere notizie di mio figlio. Luca è un comandante esperto, anche se giovane. Per lui il mare è davvero tutto. So cosa vuol dire andare per mare, cosa vuol dire avere i tuoi cari che fanno miglia e miglia per portare un po’ di pane a casa: mio nonno e mio papà erano pescatori”. Marcello Bianca, padre del comandante, è uomo di poche parole e la pensa come la nuora: “Lo avevo detto a Gianluca di non fidarsi di quelle persone – commenta -. Avrei preferito pagare perché restassero a terra piuttosto che portarli in barca. Ma lui la pensava in maniera diversa”. Anche Giovanni Maiorana, proprietario del “Fatima II” segue in capitaneria l’evolversi della vicenda. “Attendiamo notizie che però non arrivano – dice – anche la voce che si era sparsa di un possibile avvistamento della barca nei pressi del porto di Bengasi si è rivelata frutto di un equivoco. Siamo impotenti ma non possiamo per ora fare altro che aspettare e sperare che tutto si risolva presto e per il meglio”. Alle ricerche del peschereccio, che si pensa possa essere diretto in Egitto, partecipano tutte le Guardie costiere dell’area del Mediterraneo allertate dalla centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma: monitorati anche i cellulari dei tre marittimi stranieri, grazie ai quali si spera di riuscire a localizzare l’imbarcazione.
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16 Luglio 2012, 11:15