La scritte in arabo cancellate | Ballarò ‘stoppa’ l’intolleranza

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04 Aprile 2017, 19:25

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PALERMO – Il gesto vandalico che la scorsa notte ha visto cancellare le targhe scritte in arabo e in ebraico delle strade del quartiere palermitano di Ballarò continua a far discutere. Qualcuno lo ha definito un atto intimidatorio, altri uno scherzo di cattivo gusto o ancora una bravata di qualche ragazzino ma quel che è certo è che la vernice verde che ha coperto la targa di piazzetta di Santi Quaranta Martiri, a pochi passi dall’ingresso del centro d’accoglienza per immigrati Astalli, non è passata inosservata. “Chiunque sia stato l’autore di questo gesto è una persona ignorante e l’ignoranza non ha razza”, sono le parole di un barbiere di origini tunisine e residente a Palermo da anni, a cui quale si aggiungono quelle di due negozianti: “Lo trovo un gesto immotivato. Si tratta sicuramente di un atto vandalico, perché da sempre Ballarò accoglie indiani, arabi, persone del Bangladesh e tante altre etnie che si sono dimostrate rispettose, disponibili, cordiali con noi autoctoni, e soprattutto ben integrati”.

L’ufficio Toponomastica e Sos Ballarò sono intervenuti per rimuovere una parte della vernice, e continueranno nei prossimi giorni con l’obiettivo di eliminare ogni traccia di quello che il sindaco Leoluca Orlando ha definito “uno scempio”. Il Comune ha disposto l’installazione di nuove targhe “in un luogo che più di altri simboleggia la vocazione accogliente e interculturale della nostra città”.  Chiunque abbia infatti espresso la sua opinione in merito all’accaduto non ha mai parlato di “tolleranza”, lasciando piuttosto spazio a una sentita “convivenza”, così come dimostrano le parole di un commerciante del posto: “Rispetto a ciò che sento in televisione, qua si vive e si convive bene. Il valore dell’integrazione è nel nostro DNA, nella storia della Sicilia. Per noi è ‘naturale’ convivere con gli altri, a prescindere dalla loro etnia; che poi a Palermo esistano realtà di degrado sociale e culturale è un altro discorso, che non ha niente a che vedere con la convivenza. Il razzismo non ci appartiene. Chi ha compiuto questo gesto è gente balorda, anzi imbecille”.

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Sulla stessa lunghezza d’onda Simona La Placa, vice presidente del centro Astalli, che da anni accoglie e garantisce ogni tipo di servizio a centinaia di immigrati e rifugiati: “L’ho trovato un atto ignobile, per nulla casuale. Palermo è una città accogliente, solidale e soprattutto capace di condividere spazi e luoghi serenamente e civilmente; ci troviamo in una piazza simbolica, punto di riferimento per migranti, immigrati, rifugiati e richiedenti asilo, e un gesto simile è contro quella parte di città che ha deciso di avere una politica d’accoglienza. Questo gesto descrive una piccola percentuale della città, ma bisogna comunque riflettere su quanto accaduto”.

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04 Aprile 2017, 19:25

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