22 Gennaio 2011, 17:32
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Saverio Romano era al fianco di Totò Cuffaro mentre veniva pronunciata la sentenza. Sette anni, punto. È stato un attimo, ed era finito il tempo dei commenti o delle valutazioni. Ha visto congelarsi e poi improvvisamente sciogliersi i volti e le emozioni della famiglia Cuffaro, stretta nell’ultimo abbraccio, prima di una separazione lunga sette anni.
“La cosa sorprendente – dice Romano a Live Sicilia – è che era proprio lui a dare forza ai suoi familiari. Ha dato coraggio agli altri, e ha raccomandato ai suoi figli di evitare smarrimenti”. Poche, le parole di Romano, visibilmente commosso nel racconto. Cuffaro “era amareggiato – racconta – ha avuto un momento di profondo scoramento, ma ha dimostrato subito una grande forza d’animo”.
Sulla sentenza, le parole di Romano si accodano a quelle di Mannino: “E’ una sentenza abnorme – commenta – anche perché il procuratore generale aveva tracciato una strada che lasciava ben sperare. Ma alla fine è prevalsa una linea di maggiore severità. Rispettare una sentenza non equivale assolutamente a condividerla”.
A Romano, da domani, resta un partito scoraggiato e da ricostruire: “Penso soprattutto ai ragazzi del Pid. Sono legatissimi a lui, come a tutti noi. La nostra è una comunità politica che in questo momento si sta stringendo in se stessa. Da domani saremo ancora più uniti, per raggiungere gli obiettivi politici che ci eravamo prefissati con Totò. Sappiamo che la strada è in salita, ma affronteremo qualunque critica, che a questo punto diventa soltanto di dettaglio a fronte della sentenza”.
Un ultimo appunto, infine, Romano lo riserva ai tanti comunicati stampa dal mondo politico: “In molte di quelle note ho letto il profilo dello sciacallaggio. I commenti politici sono andati ben oltre la sentenza, riferendosi spesso alla stagione politica di Cuffaro. Chiunque pronunci parole di gaudio di fronte al dolore di un uomo, di una famiglia e di un’intera comunità, non può essere definito in altro modo se non uno sciacallo”.
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22 Gennaio 2011, 17:32