13 Novembre 2016, 17:53
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CATANIA. “Come ho detto in campagna elettorale, questo consenso così ampio responsabilizza me e la mia squadra”. Parte da qui il neo presidente del Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti di Catania, Giorgio Sangiorgio. Con lui, ci sono anche Marilù Fragalà, Alberto Leone, Maurizio Stella, Rosario Marino, Marcello Murabito, Daniele Virgillito, Fabrizio Leotta, Marta Privitera, Giovanni Privitera, Daniele Incardona, Dario Carmelo Scelfo, Antonio Pogliese, Alfredo Accolla e Salvatore Virgillito”. Sangiorgio, 50 anni sposato e padre di due figli, è fresco di elezione: “Un esito che mi ha sorpreso nell’entità del consenso. Una sorpresa in positivo, ovviamente: ma ce lo aspettavamo perché eravamo convinti di aver lavorato bene nel precedente quadriennio. Confidavamo in questo successo anche se, lo ribadisco, non in maniera così larga”.
Cosa cambierà adesso?
“Proseguiremo nell’attività svolta fino ad oggi. A mio avviso una cosa occorre fin da subito migliorarla”.
Cosa esattamente?
“Certamente l’attività formativa. Si è fatto tanto ma si avverte forte l’esigenza di un ulteriore miglioramento: soprattutto, nella aree di specializzazione nuove della nostra professione e su questo investiremo tanto. Siamo già a lavoro per avviare da subito l’attività formativa del primo semestre del 2017”.
Immagino, non vi sia solo questo.
“No, certo. Il secondo fronte nel quale si avverte forte l’esigenza di intervenire è il rapporto con le istituzioni per riequilibrare e riaffermare il ruolo del commercialista intanto in ambito provinciale. Su tutto questo cercheremo di intervenire in modo ancora più forte”.
Ma questa cosa dei Revisori per sorteggio all’interno degli enti pubblici, Lei come la vede?
“Le dico subito che questo è un tema molto delicato. E, le dico anche, che non può essere discusso inquadrandolo solo su Catania. Io ho già sentito molti dei presidenti eletti nelle altre province con i quali ci incontreremo prima dei nostri insediamento: questo è un tema che riguarda tutta l’isola. Occorre istituire un coordinamento tra gli Ordini siciliani che già in passato aveva funzionato molto bene. Che deve lavorare anche su un altro passaggio importante”.
Come quale?
“Anche in Sicilia dobbiamo costituire le cosiddette “Saf”, ovvero, le scuole di Alta formazione che mancano solo in Sicilia e dobbiamo colmare il prima possibile questa lacuna”.
Lo dice per come si è evoluta la vostra professione?
“Svolgo questa attività da venticinque anni, ed in questo lasso di tempo è cambiato quasi tutto. C’è la percezione che si stia cambiando ancora di più. E’ innegabile che il commercialista tuttologo, così come è esistito negli ultimi decenni, è una figura ormai tramontata. Si va verso la specializzazione. Certamente la parte tradizionale rimane basilare ma anche lì bisogna cambiare il modo di svolgere questa professione”.
Ma se Le domando, invece, qual è il Vostro rapporto con la politica?
“La nostra è una professione che vive il tessuto economico e sociale nel quale opera: posso dirle che, anche qui, incontrerò informalmente il sindaco Bianco la prossima settimana. Ma semplicemente per conoscerci. Restiamo autonomi dalla politica”.
Andando alla quotidianità: in un momento in cui imprese ed attività commerciali chiudono i battenti, tutto questo quanto ha inciso sul vostro lavoro?
“Moltissimo. Ed è un meccanismo perverso. In questa situazione di crisi noi soffriamo terribilmente: la crisi che attraversano i nostri clienti ci fanno lavorare molto di più. E’ innegabile che molti studi chiudono o riducono gli organici. Occorre contrastare questa fase, “specializzandoci”.
Cosa dice ai giovani che intraprendono il cammini per questo mondo?
“Che se vogliamo il loro bene, va rinnovato il rapporto con l’Università aumentando il nostro supporto e la nostra presenza per diminuire la differenza tra il mondo accademico e quello del lavoro”.
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13 Novembre 2016, 17:53