Sicilia, problemi e polemiche. Ma serve unità

La Sicilia del dolore e delle polemiche, da Catania arriva una risposta

Certe parole sono incendiarie e irresponsabili

Da Catania giungono due raffigurazioni della Sicilia come la vorremmo. La Sicilia che dovrebbe valorizzare le differenze, senza trasformarle in campi di battaglia e in faide. Due storie lontane, accostate dal caso e dal tempo, sovrapponibili nel senso del discorso.

Si dà l’addio a Enzo Trantino, avvocato, politico, galantuomo, notoriamente di destra. La statura umana e morale del personaggio fa sì che il cordoglio sia unanime. Non ci sono strappi, né distinguo. Non c’è nemmeno quella retorica eccessiva, abile nel dileguarsi dopo avere preparato il compitino.

Enzo Trantino viene compianto a destra, a sinistra, al centro, sopra e sotto… Sarà ricordato come un siciliano che ha amato la sua terra. Ricambiato.

Si muta scenario. Il presidente della Regione, Renato Schifani, visita Sant’Egidio, sempre a a Catania. Viene accolto da Emiliano Abramo, il presidente della comunità.

Accanto ci sono due figure di estrazione politica dissimile. Il governatore di centrodestra e Abramo, collocato nell’area del centrosinistra, che rinunciò a correre per le elezioni al Comune, da avversario del sindaco Enrico Trantino.

Le caratteristiche, i ruoli attuali e le modalità facevano decisamente propendere per la chiacchierata cordiale e inverata, con un focus essenziale sulla povertà. Non ci si poteva aspettare niente altro, per il normale corso delle cose.

Tuttavia, la forte condivisione del dramma dell’indigenza, operata da figure politicamente non vicine, è qualcosa da non sottovalutare, almeno simbolicamente, nel vocio che spesso si avverte, nelle barricate che talvolta si erigono, nelle polemiche divampate, tra esponenti di sensibilità differente.

Accade pure in Sicilia. C’è chi esprime, con puntuale decisione, le sue idee, criticando l’agire del raggruppamento opposto. Ma lo fa costruttivamente, proponendo alternative, con toni risoluti e misurati sulla difficoltà dell’ora.

C’è chi, quale che sia il suo campo, mette mano a termini urticanti, quasi al limite dell’insulto, demonizza e sbeffeggia. Lo scopo non è mai individuare un problema e risolverlo, né alleviare il dolore dei siciliani. Il traguardo ha un obiettivo personale e punta alla sconfitta politica degli esponenti della parte avversa. Il resto non conta.

Aggrovigliata nei suoi problemi, desiderosa di un orizzonte di speranza, la Sicilia in cammino ha bisogno di un impegno comune, nel legittimo e reciproco posizionamento delle diversità.

Lo ricordano due storie lontane, unite dalla vicinanza di un lutto abbracciato da tutti e di un colloquio, oltre gli schieramenti, sia pure in un contesto particolare. Lo ha ricordato il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, in una intervista con il nostro giornale.

Che ci siano riflessioni e non anatemi: ecco l’auspicio. Che ci siano confronti serrati, ma nell’unità di chi persegue il meglio. Facciamo in modo di essere siciliani che amano la terra di cui condividono il destino, mentre si sforzano, ognuno per la propria parte, di salvarla.

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