05 Gennaio 2021, 14:23
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PALERMO – Governo regionale, sindaci, sindacati, politici: un coro di allarme si solleva in Sicilia dopo che si è appreso che nell’Isola sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera. È quanto emerge dalla Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata sul sito Depositonazionale.it.
“La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l’idea di scelte calate dall’alto. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra governo nazionale, governo regionale e le comunità locali interessate”. Lo dice l’assessore al Territorio e ambiente della Regione Siciliana, Toto Cordaro, in merito all’individuazione in Sicilia di quattro aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.
“Vale la pena ricordare – prosegue Cordaro – che in questi primi tre anni, dopo gli ingiustificabili ritardi dei Governi precedenti, abbiamo finalmente varato, tra gli altri, il Piano per la tutela della qualità dell’aria, il Piano per la mitigazione dell’inquinamento acustico, il piano Amianto, il piano alluvioni e istituito l’Autorità di Bacino. Il Governo Musumeci, quindi, ha posto da sempre il tema della tutela ambientale ai primi posti della sua azione e rassicuro tutti che continueremo ancora a farlo con decisione. Il confronto è essenziale, senza fare terrorismo ma neppure senza minimizzare”.
“Ritengo che la Sicilia abbia già dato tanto dal punto di vista ambientale e che individuare strutture del genere nell’Isola non sia opportuno per tante motivazioni che faremo valere”. Così l’assessore all’Energia in Sicilia, Alberto Pierobon, rispetto alle aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale. “Entrando nel merito della questione, la procedura che si apre adesso è tecnica e si basa su criteri che sono stati decisi diversi anni fa, quando sono state classificate delle aree in base a delle caratteristiche ritenute necessarie per ospitare i rifiuti degli impianti smantellati – spiega l’assessore – Tra tutte le zone individuate, quelle siciliane sono ritenute meno idonee, cioè meno adatte, ma questo non basta. Posso assicurare che il governo Musumeci affronterà con attenzione e responsabilità la questione, che coinvolge vari rami dell’amministrazione essendo più argomento di carattere ambientale che prettamente legato ai rifiuti”. “Siamo già attivi e in contatto con gli enti nazionali preposti – conclude – e ribadisco che faremo valere le ragioni dell’Isola nelle opportune sedi di confronto, sempre nell’esclusivo interesse dei siciliani”.
“Dal governo Conte un colpo basso nei confronti della Sicilia con un’azione di soppiatto che oggi individua la nostra regione quale sito per il deposito di rifiuti radioattivi – dice la capogruppo Udc all’Ars Eleonora Lo Curto -. Niente di più grave poteva inaugurare l’anno, dopo mesi di ansie e preoccupazioni a causa della pandemia. La Sicilia non sarà mai una terra dei fuochi come la vorrebbe questo governo che ha fatto elaborare ad una società di Stato, Sogin, la mappa dei siti dove allocare le scorie radioattive.
“Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sul documento elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari che individua zone nelle due provincie di Palermo e Trapani, come possibili depositi di rifiuti radioattivi”.
Il gruppo parlamentare di Attiva Sicilia all’Ars dice ‘no’ alla possibilità che le scorie radioattive di tutta Italia vengano depositate in Sicilia. “La Sicilia – affermano i deputati regionali Angela Foti, Elena Pagana, Valentina Palmeri, Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo – ha già pagato un prezzo pesantissimo ospitando gli impianti petrolchimici senza avere mai in cambio un risarcimento di natura ambientale. Adesso non può ulteriormente sopportare che una porzione del suo territorio possa eventualmente essere usata per depositare le scorie radioattive prodotte altrove. Chi per i suoi scopi ha prodotto questi rifiuti e chi ha inquinato di più adesso si prenda anche le conseguenze di questi vantaggi. Vigileremo su ogni atto che va in questa direzione e faremo di tutto – concludono – per bloccare ogni tentativo di creare qualsiasi forma di deposito di scorie radioattive sull’Isola”.
“Prima di parlare di depositi di scorie nucleari al Sud lo Stato italiano pensi a garantire le bonifiche per i siti inquinati che aspettiamo da oltre vent’anni, un ciclo dei rifiuti virtuoso e lo stop alle trivellazioni. Se uno Stato ha ampiamente dimostrato di aver fallito l’ordinario nelle regioni del Mezzogiorno, con quale faccia si propone di gestire anche lo straordinario come l’individuazione e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi? La mappa è vergognosa anche perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel Mezzogiorno del nostro Paese”. A dichiararlo è l’eurodeputato Ignazio Corrao.
E diversi sindaci oggi si sono fatti sentire per dire il proprio no all’ipotesi (qui i link).
“No al deposito di scorie nucleari in Sicilia”. Il M5S all’Ars ribadisce il secco rifiuto di fare della’isola un deposito di stoccaggio di rifiuti nucleari. Per questo due anni fa aveva presentato una mozione all’Ars (primo firmatario Nuccio Di Paola), approvata all’unanimità dall’Aula, che impegnava il governo regionale a “dichiarare denuclearizzato l’intero territorio della Regione Siciliana, ad imporvi l’assoluto divieto allo stoccaggio e al transito di scorie nucleari e a dichiarare la totale contrarietà all’individuazione della Sicilia come sede di deposito nazionale per i rifiuti radioattivi”.
“Vorremmo capire – dice Di Paola- cosa ha fatto Musumeci in questi due anni per non tramutare in carta straccia, come purtroppo troppo spesso avviene con le mozioni – la volontà del Parlamento siciliano. Se non ha fatto nulla, come crediamo, recuperi l tempo perso, ci sono ancora i margini per farlo. Altri presidenti di Regione hanno preso posizione, perché la Sicilia non lo ha fatto? ”. “La nostra posizione – affermano i deputati 5 stelle della commissione Ambiente Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito – non è cambiata. La Sicilia, già martoriata sotto il profilo ambientale, non può e non deve diventare centro di stoccaggio dei rifiuti nucleari. Musumeci dovrà impegnarsi a non accogliere le proposte della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) approvata ora. Si apre infatti oggi la fase del confronto con gli enti locali e successivamente le trattative bilaterali con le Regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. In caso di insuccesso delle trattative bilaterali verrà convocato un tavolo interistituzionale, come ulteriore tentativo di pervenire a una soluzione condivisa. Qui Musumeci dovrà fare di tutto per dare attuazione alla mozione, che, lo ricordiamo, è un impegno vincolante. Il presidente non può continuare ad ignorare il Parlamento e la democrazia. Non speravamo di certo nella sua sensibilità ambientale per la tutela della nostra Regione, ma almeno rispetti gli elettori che rappresentiamo”.
“Il governo si conferma incapace, pericoloso e arrogante anche sul tema del deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Sicilia. Non ha consultato gli enti locali (che in qualche caso avrebbero preso in considerazione l’idea, anche per ottenere compensazioni economiche) e dopo un lunghissimo silenzio i cittadini scoprono che potrebbero ritrovarsi le scorie anche in zone di interesse turistico, ambientale e culturale. Sinistra, Conte e 5Stelle fanno male alla Sicilia e a tutta Italia”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.
Un’interpellanza urgente all’assessore regionale dell’Energia per avere chiarimenti sulle notizie diffuse da un noto quotidiano nazionale che identifica quattro aree che ricadono nei Comuni siciliani di Trapani, Calatafimi-Segesta, Butera, Castellana Sicula e Petralia Sottana, quali siti idonei allo stoccaggio di rifiuti radioattivi. Ad annunciarla è Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, aggiungendo: «Finora si tratta soltanto dell’individuazione preliminare di alcune aree da parte della SOGIN, società di Stato per il decommissioning nucleare, tuttavia è importante approfondire fin da subito la situazione. Bisogna ribadire immediatamente la tutela della salute dei siciliani, sulla quale il governo Musumeci sarà intransigente ed attento. Alle comunità locali che a seguito di questo annuncio sono entrate in uno stato di fibrillazione diciamo di stare tranquille perché la situazione sarà monitorata e valutata in maniera decisa ed incisiva. A Castellana Sicula, ad esempio, il gruppo consiliare di DiventeràBellissima ha già richiesto una seduta straordinaria di consiglio comunale per discutere della vicenda». «Siamo contro inutili allarmismi- conclude Aricò- ma il principio di tutelare la nostra salute è inderogabile e sarà oggetto di tutte le azioni necessarie affinché sia rispettato e difeso».
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05 Gennaio 2021, 14:23