11 Aprile 2017, 10:28
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E sì, è il momento di rilanciare l’immagine della Sicilia. D’altronde, era stato lo stesso Matteo Renzi a spiegare le ragioni per cui per il G7 era stata scelta Taormina. A dargli l’idea erano state le battute stereotipate sulla Sicilia e la mafia di un collega capo di governo, rimasto anonimo nel racconto dell’ex premier. Da qui, aveva raccontato Matteo prima della sua caduta per l’autogol referendario, l’idea di mollare la sua Firenze per scegliere Taormina come teatro dell’incontro dei Grandi del mondo.
E sì, l’immagine è tutto di questi tempi e gli stereotipi sui siciliani tutti mafiosi e mafiosetti, le pose da Ferribotte con tanto di “Cammeeela, copriti”, vanno finalmente scrostati. Solo che poi arriva il governo che, per pubblicizzare il G7 con i media nazionali, propone tra le altre immagini in una app, racconta il Corriere della Sera, una signorina pudica che sfila a occhi bassi e sorriso compiaciuto con l’ombrellino in mano, squadrata da un picciuttunazzo con sigaretta tra le labbra, coppola d’ordinanza e posa vagamente malandrina, che la fissa concupiscente. Una scenetta da Padrino dei poveri, tra un Brancati coi saldi e un remake fuori tempo massimo di un classico di Pietro Germi. Certo, non è la prima che la comunicazione istituzionale del governo prende granchi e pure grossi. Ma lo scivolone sul frusto stereotipo del galletto siculo sembra più roba da Ciao Darwin che da Palazzo Chigi. Già il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha annunciato sui social che protesterà con la Presidenza del Consiglio. Altri magari seguiranno. Saranno liquidati con una taliata malandrina?
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11 Aprile 2017, 10:28