30 Giugno 2012, 10:14
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Ecco uno stralcio dall’ultima edizione della Lonely Planet, pubblicata nel marzo del 2032, dedicata alla Sicilia: “Ai turisti che si recano in Sicilia è consigliato di portare con sé o noleggiare all’arrivo un paio di ciaspole per affrontare i lunghi percorsi innevati e i valichi di montagna. Un numero verde della Regione Sicilia segnala quotidianamente la quantità di precipitazioni nevose in arrivo, in modo da superare senza pericoli un viaggio in questa terra bellissima, ma che per gran parte dell’anno è coperta da ghiacciai perenni”.
Purtroppo, le mutazioni climatiche degli ultimi anni, a dispetto di quanto predicevano gli scienziati, invece di innescare l’effetto serra hanno portato a una nuova era glaciale. La Sicilia è stata investita in pieno da questo capovolgimento: là dove c’erano le palme, già annientate dal punteruolo rosso, adesso svettano gli abeti. Branchi di lupi e di stambecchi si contendono la lotta per la vita nella tundra di Enna. Le stelle alpine punteggiano la cima innevata di Monte Pellegrino. A Nicosia è stato avvistato un orso bianco. Un equipaggio di pescatori di Mazara del Vallo è rimasto bloccato per un intero inverno tra i minacciosi iceberg che galleggiano tra Favignana e Levanzo. I salmoni risalgono le acque del Salso e del Simeto. La steppa di Gela, per molti mesi all’anno, è costellata da piccoli villaggi di igloo. Il National Geographic ha girato un eccezionale documentario sulla colonia di pinguini insediata alla Cala di Palermo.
Nessuno lo aveva previsto. Né gli scienziati, né i climatologi. Ma, ad onor del vero, molti anni fa qualcuno aveva capito in tempo che la Sicilia stava cambiando per sempre. Forse pochi ci avevano creduto e noi stessi eravamo rimasti scettici e diffidenti, come spesso sono i siciliani nei confronti dei loro governanti. Era il lontano 2012 quando l’allora governo presieduto da Raffaele Lombardo (un nome che dovrebbe essere ricordato per sempre) varò il progetto che lasciava intuire quel che nessuno in quel momento poteva immaginare. La gazzetta ufficiale della Regione Siciliana pubblicò la notizia della nomina di una commissione incaricata di abilitare nuovi maestri di sci nordico, di sci alpino e di snowboard.
Fu facile, in quella lontana estate del 2012, usare l’ironia. Lo sci alpino in Sicilia? Ma mi faccia il piacere! In quegli anni il sole spaccava la terra di Sicilia, la siccità ardeva le campagne, gli incendi disossavano i boschi. Ed erano poche le vette siciliane che conoscevano nevi e piste da sci: qualcosa sull’Etna, sulle Madonie, sui Nebrodi. E pensare che in appena vent’anni ormai la Sicilia fa concorrenza alle Dolomiti e a Saint Moritz per quanto riguarda gli sport di montagna: non è un caso, infatti, che la Sicilia ospiterà le prossime Olimpiadi invernali. Chi viene ogni anno nella lussuosa località sciistica di Chiusa Sclafani ha ormai dimenticato del tutto gli antichi fasti di Cortina e di Courmayeur.
Certo, non tutto poteva essere detto nel 2012 ai siciliani. E la Regione, sia pure in possesso di un documento esplosivo e segreto che preannunciava i futuri e prossimi sconvolgimenti climatici, fece bene a muoversi con i piedi di piombo. Come avrebbe potuto dire ai coltivatori di arance che presto gli agrumi sarebbero finiti sotto coltri di neve? Come spiegare ai viticultori che le vigne sarebbero state bruciate dai ghiacci? Come convincere gli operatori turistici che le spiagge siciliane sarebbero state invase da foche e leoni marini? La Regione Siciliana, con i suoi amministratori saggi e previdenti, preferì risparmiare parole e passare ai fatti. Dunque: ecco l’assessore al turismo nominare la commissione per i maestri di sci nordico. A molti sembrò strano che la Regione comprasse mezzi spalaneve e tonnellate di sale antighiaccio. Ma c’era una ragione. E molti scherzarono quando la Regione Siciliana mise in mare la sua prima nave rompighiaccio, dal nome profetico di “Granita”. E un giorno, cosa che fece grande scalpore, l’assessore all’Identità siciliana proclamò che non più l’arancina di riso, ma la fonduta alla trapanese era ormai il piatto regionale.
Adesso, vent’anni dopo, tutto è molto più chiaro. La commissione per la nomina dei maestri di sci alpini fu il primo passo di un piano strategico di grande portata che ha guidato la Sicilia verso nuovi orizzonti. Allora, nel 2012, molti sapientoni ridevano. Ma si è visto che ride bene chi ride ultimo, nella Sicilia dell’era glaciale.
(Questo è uno scherzo, si capisce. Ma non è uno scherzo la nomina di una commissione e di alcuni esperti per abilitare maestri di sci nordico annunciata sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana dell’8 giugno 2012: quel giorno in Sicilia si è registrata una temperatura massima di 35,7 gradi centigradi con forte vento di scirocco).
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30 Giugno 2012, 10:14