13 Aprile 2011, 13:29
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Arrivano, continuano ad arrivare. Anche stamattina: 103 tunisini soccorsi dalla guardia di finanza e portati a Lampedusa. Ma l’emergenza, al momento, è rientrata. Sono lontani i giorni di Lampedusa in trincea, i giorni dell’assedio. Sembrano ieri e in fondo lo sono, eppure Federico Miragliotta, l’uomo-chiave dell’accoglienza dei migranti a Lampedusa (è lui a gestire il “Centro di soccorso e prima accoglienza” e la “base Loran”, le due strutture che in regime di normalità ospitano gli immigrati approdati nelle Pelagie), ne parla come se fosse un’altra epoca: “nel periodo dell’emergenza”, nelle sue parole, sembra un tempo sepolto nel passato eppure significa appena dieci giorni fa. Quando il Cspa, una struttura da 850 posti, ospitava 2.200 migranti, mentre la base Loran, a fronte di una capienza di 200 persone, era affollata da 450 teste. “Adesso – spiega Miragliotta, 32 anni – il Cspa ospita 250 persone, compresi i 103 tunisini arrivati stamattina, mentre la base Loran è vuota”.
Innanzitutto: come vengono smistati gli immigrati fra i due centri?
“C’è una separazione logica per etnia: il Cspa ospita sostanzialmente i tunisini, mentre la base Loran accoglie i richiedenti asilo sub-sahariani. In entrambi i casi la permanenza media dovrebbe essere di 72 ore”.
Dovrebbe. E invece?
“Invece fra febbraio e marzo la permanenza media è stata di 6 giorni. Nel 2008 è andata persino peggio: la media di permanenza è stata di 8 giorni”.
Fra l’altro, se non ricordo male, lavorate in regime di proroga.
“Sì, c’è un contratto che va per proroghe successive. È chiaro che nel periodo dell’emergenza si è trattato di affrontare una situazione di fatto: tutta Lampedusa era un centro di accoglienza, c’erano seimila migranti su un’isola da cinquemila abitanti. Abbiamo dovuto estendere l’organico a dismisura: da venti a 150 addetti. Lei capirà che su un’isola così piccola significa un’enormità”.
Che costo ha l’accoglienza dei migranti?
“Il nostro contratto con la prefettura prevede una gestione da 33 euro più Iva al giorno per ciascun migrante”.
Già, la prefettura. C’è stata una buona collaborazione?
“Eccellente. La dottoressa Ferrandino (Francesca Ferrandino, prefetto di Agrigento da quasi otto mesi, ndr) è stata molto presente. Anche con la Questura c’è stata un’interlocuzione di altissimo livello”.
Ma, per l’appunto, si è lavorato comunque in regime di proroga.
“Fin quando siamo nell’ambito di un servizio con 1.000-1.500 persone è un conto, ma è chiaro che un’emergenza umanitaria di questa portata crea forti difficoltà. Abbiamo gestito la situazione all’impronta: ‘vedendo, facendo’, si dice dalle mie parti”.
Troppa improvvisazione?
“Questa è una valutazione che lascio a lei”.
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13 Aprile 2011, 13:29