07 Ottobre 2017, 15:51
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LONDRA – Il rinascimento della Serie A è iniziato, grazie all’abbondanza di giovani talenti, a un atteggiamento tattico offensivo più diffuso, all’incertezza che regna al vertice della classifica, al ritorno degli spettatori negli stadi e all’introduzione della Var. Una lunga lista di elementi positivi che – questo il giudizio del Guardian – rappresentano “un buon punto di partenza per tornare a essere il campionato più bello del mondo”. All’indomani di uno dei punti più bassi della Nazionale azzurra, dal Regno Unito – dove è nato il gioco più popolare del mondo – arriva un elogio tanto esteso quanto inatteso. L’analisi del quotidiano di Londra attraversa la massima divisione italiana, sia da un punto di vista sportivo che organizzativo. Sottolineando gli “enormi progressi” compiuti nel corso dell’ultimo decennio: dagli scandali di Calciopoli “al revival attuale”. Se la cessione dei diritti televisivi e l’arrivo di capitali stranieri hanno ricoperto d’oro la Premier League, le vittorie in serie di Real Madrid e Barcellona in Champions League hanno consolidato i loro brand a livello mondiale, gli ultimi anni hanno mostrato la riscossa italiana, “a cominciare dalla Juventus, finalista due volte della Champions nelle ultime tre stagioni”. Ma la sterzata della Serie A non è solo merito dei bianconeri, se è vero che risulta il campionato domestico con il più alto tasso di gol per partita (2,88). Una smentita clamorosa alla consuetudine, largamente diffusa nel mondo, di accostare il calcio all’italiana al catenaccio. Tra le squadre che meglio interpretano questo cambiamento di mentalità il Guardian menziona il Napoli di Maurizio Sarri (paragonato ad Arrigo Sacchi), che ha il doppio merito di aver reso più incerta e combattuta la corsa al titolo dopo sei anni di dominio juventino. Più spettacolare, più seguito: la crescita media di spettatori per partita è di 1.500 unità rispetto alla scorsa stagione. Un nuovo interesse sicuramente irrobustito dall’ascesa di giovani talenti, da Pietro Pellegri a Federico Chiesa, da Gianluigi Donnarumma a Patrick Cutrone. Sono questi i nomi citati dal quotidiano londinese. Non è ancora tornata l’epopea delle ‘Sette sorelle’ degli anni ’90 – conclude il Guardian -, ma la qualità generale rende possibile che siano almeno nove i club che possano legittimamente aspirare a un posto tra le prime quattro che, dal prossimo anno, significherà Champions League. L’Italia – almeno dei club – è tornata a far parlare (bene) di sé.
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07 Ottobre 2017, 15:51