11 Luglio 2010, 01:19
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Raccontare Joe O ‘ Dell è difficile senza scadere nel risentimento nei confronti dell’America democratica. E’ meglio raccontarlo fingendo che Joe sia stato un personaggio partorito dal poeta Masters. D’altronde gli elementi per inserire Joseph O’ Dell, condannato americano, nell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, raccolta di lapidi in forma sublime, ci sono tutti.
Una sentenza di morte pronunciata troppo in fretta. Una dichiarazione non ascoltata e o non ritenuta legittima: gli avvocati avevano mostrato un’inattesa testimonianza giurata di una guardia carceraria a sua discolpa, ma non fu accettata perché il tempo era ormai scaduto, era troppo tardi, come se ci fosse un tempo per l’innocenza e uno per la colpevolezza, una volta scelta quest’ultima non si può più tornare indietro. Ultimo ma non meno importante elemento, una richiesta non esaudita: O’Dell chiese allo Stato che venissero effettuati altri esami del Dna su frammenti trovati sul luogo del delitto per dimostrare la sua innocenza, ma non gli fu consentito.
Del resto in quel posto chiamato Commonwealth of Virginia è inammissibile credere che un imputato dopo dieci anni di gattabuia possa redimersi. L’America rimase indifferente. La mobilitazione però arriva da lontano. La “campagna” politico –religioso -giornalistica per sottrarre Joe alla pena capitale viene condotta a Roma. Papa Giovanni Paolo II scrive una lettera al governatore della Virginia, Allen, e al presidente Clinton, il premier Prodi e la stampa si impegnano per chiedere che quella vita sia risparmiata. O’ Dell è confortato da questo sentimento solidale scaturito in una terra così lontana, spera sin all’ultimo nella grazia, da parte del governatore George Allen, che forte del sostegno della Corte suprema, che avrebbe potuto salvarlo, nega ogni speranza.Il 23 luglio 1997 Joseph O ‘Dell con un’iniezione letale viene lasciato morire, colpevole ‘’probabilmente’’ di aver violentato e ucciso una giovane donna, Helen Shartner. Il suo avvocato, William ‘Chip’ Wright parla di un processo iniquo e la moglie Lori, sposata poche ore prima dell’esecuzione, promette battaglia contro la pena di morte indipendentemente se il carcerato sia più o meno colpevole. Suor Prejean sua consigliere spirituale, che gli sta vicino fino alla morte insieme alla moglie , sottolinea la dignità con la quale Joe va incontro alla sua imminente dipartita . E’ lei ad accompagnare la sua salma, nel cimitero monumentale di Santa Maria di Gesù di Palermo dove la moglie ha fatto sì che fosse sepolto. Joe aveva scelto l’Italia come luogo del suo eterno riposo.
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11 Luglio 2010, 01:19