PALERMO – La strage di Casteldaccia (Palermo) dello scorso maggio in cui morirono cinque operai durante i lavori di manutenzione dell’impianto dell’Amap è stata al centro di una seconda seduta della commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia a palazzo San Macuto a Roma.
La strage di Casteldaccia
Per cercare di comprendere quali siano state le cause della morte degli operai, Ignazio Giordano, Epifanio Alsazia, Roberto Raneri, Giuseppe Miraglia e Giuseppe La Barbera, è stato sentito Aldo Iacona, il direttore dell’unità operativa Presal dell’Asp di Palermo che insieme con i tecnici ha seguito da vicino le indagini sulla strage.
Iacono (Pd): “Cosa non ha funzionato?”
“Quello che ci preme in queste audizioni non è sostituirci alle indagini della magistratura – spiega Giovanna Iacono deputata del Pd che ha preso parte alla seduta – è comprendere cosa non ha funzionato nella catena di controlli e nelle procedure. Tutte informazioni utili per evitare che si ripetano queste tragedie. Abbiamo chiesto al responsabile dell’Asp quali sono i controlli eseguiti sui cantieri. Quanti ispettori ci sono. E se c’è modo di controllare preventivamente gli interventi eseguiti dagli operai”.
Dopo Iacona, la commissione che indaga sulla strage di Casteldaccia ha sentito Alfio Mannino, segretario regionale della Cgil, Piero Ceraulo, segretario Fillea Cgil Palermo, Leonardo La Piana, segretario regionale della Cisl, Luisella Lionti, segretaria regionale della Uil e Nicolò La Gattuta, presidente dell’associazione familiari vittime Anmil Palermo.