La telefonata, le foto, poi il silenzio| “Da 5 giorni vivo in un incubo”

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12 Febbraio 2018, 16:02

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CAPACI (PALERMO) – “Sono con Giovanni, dobbiamo sbrigare una cosa. Al ritorno vengo a prenderti, ci sentiamo dopo”. Sono le ultime parole del suo compagno, Santo Alario, il 42enne scomparso insieme a Giovanni Guzzardo, 46 anni, ormai da mercoledì. Cinque giorni di angoscia che a LiveSicilia racconta Rosy Sparacio, che convive con l’uomo a Carini da un anno e mezzo: “Non era mai successo che si allontanasse da casa per tutto questo tempo – dice -. Sono disperata, non ho idea di cosa possa essergli accaduto, la mia mente è in un grande stato confusionale”.

La donna ripercorre le ultime ore prima del silenzio assoluto da parte dei due uomini, che si ritrovavano spesso al bar da pochi mesi ristrutturato e gestito da Guzzardo, in piazza Cataldo a Capaci, “E’ un luogo che Santo frequenta spesso, si sono conosciuti lì e da allora si vedono frequentemente. Mercoledì, intorno alle 14, ho ricevuto l’ultima telefonata del mio compagno. Io mi trovavo al centro commerciale di Carini, stavo pranzando all’interno di un ristorante. Mi ha detto che con Giovanni stava andando a Ventimiglia, ma non mi ha precisato il motivo”.

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Una volta arrivati nel paese dell’entroterra siciliano, il 42enne avrebbe inviato alla donna delle foto e dei video: “Mi ha fatto vedere dove si trovavano – racconta – mi ha mandato le immagini del paesaggio, poi mi ha detto che mi avrebbe richiamato per passarmi a prendere, visto che non avevo l’auto per tornare a casa”. Insomma, quella al telefono sarebbe stata una normale conversazione, nulla lasciava presagire i giorni drammatici che sarebbero arrivati: “Non mi sarei mai immaginata che non l’avrei più sentito. Non è più tornato a casa, l’indomani stesso sono andata di corsa a chiedere aiuto ai carabinieri. Ho cercato di essere ottimista, ma l’altro ieri mi hanno detto di aver trovato l’auto a Caccamo e sinceramente non so più cosa pensare, sto vivendo un incubo”.

La Fiat Panda con cui i due uomini sarebbero partiti, infatti, è stata individuata in aperta campagna dai militari, nel paese d’origine di Guzzardo, che fino a poco tempo fa lavorava come muratore. “Non riesco a comprendere come mai il mezzo si trovasse lì – prosegue Rosy Sparacio – sono tante le domande che mi faccio, ma non trovo alcuna risposta. Il telefono di Santo continua ad essere spento. Sia io che i suoi familiari siamo distrutti dal dolore, non sappiamo cosa fare”. Al lavoro, per rintracciare Guazzardo e Alario, ci sono i carabinieri che stanno battendo palmo a palmo la zona in cui la macchina è stata ritrovata, con l’ausilio di un elicottero che monitora la vasta area anche dall’alto. Un giallo su cui gli investigatori stanno tentando di fare luce, mentre gli appelli di amici e familiari dei due uomini continuano a fare il giro del Web. “Tornate a casa – scrivono – tutto il paese di Capaci è preoccupato per voi. Per favore, diteci che state bene”.

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12 Febbraio 2018, 16:02

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