07 Ottobre 2020, 07:23
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PALERMO – La truffa dei falsi morti: la polizia ha arrestato sei persone su ordine della Procura di Palermo. Secondo l’accusa, i finti decessi erano organizzati per frodare le compagnie di assicurazione. Da qui il nome “Lazzaro” dato all’operazione.
Oltre alle persone arrestate ci sono altre decine di indagati che averebbero fatto parte dell’associazione a delinquere. Sono venti le truffe smascherate per un “giro d’affari” di 2,7 milioni di euro. Disposto un provvedimento di fermo urgente, ritenuto necessario per stoppare nuove truffe assicurative per cinque milioni di euro.
L’organizzazione era pronta a incassare altri premi per la “prematura e falsa morte del contraente” della polizza. L’inchiesta ha fatto emergere un modus operandi ben collaudato in ogni sua fase: dal reclutamento dei contraenti e dei falsi morti alla gestione e suddivisione dei proventi illecitamente ottenuti dalle compagnie assicuratrici.
Il soggetto che ad un certo punto doveva fingersi morto contraeva una o più polizze assicurative sulla vita, pagava le prime rate mensili e poi il beneficiario indicato nella polizza produceva la documentazione sul falso decesso e incassava la somma.
Le indagini permettevano di accertare la realizzazione di almeno 20 truffe assicurative, per un “giro d’affari” di circa 2.700.000,00 euro. A questi si aggiungono, inoltre, i premi assicurativi in procinto di essere liquidati a seguito della dichiarazione di morte di alcuni sodali, per un totale ammontante a circa 5.000.000,00 euro.
L’associazione aveva il suo quartier generale in alcuni parcheggi privati cittadini. Qui i capi reclutavano le persone a cui far stipulare le polizze vita, gestivano la documentazione, tutta falsa, per far figurare la morte dell’assicurato e incassare il premio.
La polizia ha fermato Danilo Di Mattei, Giuseppe Tantillo, Calogero Santi Frenna. I tre, secondo l’accusa sceglievano le persone da coinvolgere e li accompagnavano spesso per la stipula di uno o più contratti assicurativi. Decidevano il momento in cui doveva procedersi alla dichiarazione di morte del falso defunto, curavano la fase di creazione del materiale degli atti falsi da presentare alle compagnie che attestassero la morte del contraente e permettessero così la liquidazione del premio assicurativo. Poi si occupavano della accensione di conti corrente da parte dei beneficiari, per la ricezione del premio. Infine determinavano le quote associative da distribuire a seguito dell’ottenimento del premio assicurativo.
Con loro gli agenti di polizia hanno fermato Salvatore Patti, Agostino Patti e Salvatore Rini ritenuti dai magistrati gli organizzatori dell’associazione. Erano, secondo gli inquirenti, i beneficiari e finti deceduti di alcuni contratti assicurativi. Si occupavano della fase di smistamento delle somme accreditate dalle compagnie assicuratrici attraverso innumerevoli movimentazioni di denaro e prelievi in contanti volti a ostacolare la tracciabilità delle somme indebitamente ottenute. In alcuni casi una stessa persona era titolare di tre, quattro anche cinque polizze vita stipulate con diverse compagnie assicuratrici.
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07 Ottobre 2020, 07:23