19 Ottobre 2020, 15:43
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PALERMO – Ricognizione dei posti letto nelle terapie intensive della Sicilia, aggiornamento sulle scorte di tamponi e dispositivi di protezione, monitoraggio sui laboratori e sulla somministrazione dei vaccini antinfluenzali, reperimento di professionisti e personale sanitario per rinforzare gli organici del settore. È ripartito il confronto tra assessorato regionale alla Sanità e sindacati sull’emergenza pandemica di Covid-19 e questi sono alcuni dei temi più urgenti che sono stati affrontati oggi. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, infatti, hanno incontrato, in videoconferenza, l’assessore Ruggero Razza nell’ambito di una nuova convocazione del Comitato regionale per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori, sollecitata in maniera unitaria dalle tre sigle confederali.
“L’assessore ci ha illustrato le misure che il governo regionale sta mettendo in campo per contenere l’epidemia. Si parla di un piano che prevede fino a 2.500 posti letto Covid negli ospedali entro fine dicembre e noi abbiamo chiesto anche di coinvolgere le strutture private, secondo un protocollo siglato lo scorso inverno. Abbiamo anche chiesto verifiche sulle scorte di Dpi per gli operatori sanitari e i soggetti che ne hanno diritto e su questo fronte abbiamo ricevuto rassicurazioni. Inoltre, ci siamo assicurati che si lavori seriamente anche per potenziare la medicina del territorio, la medicina di prevenzione e la telemedicina, con un maggior coinvolgimento dei medici di famiglia”, dicono Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, e Paolo Montera, segretario generale regionale della federazione della Funzione pubblica.
“Mentre i contagi aumentano e la paura cresce – proseguono i sindacalisti – non possiamo più temporeggiare. Abbiamo preteso e ottenuto che il confronto governo-sindacati sia continuo e costante, perché non possiamo arretrare di un passo davanti alle tante cose che ci sono da fare. Solo così, infatti, potremo dare risposte precise e puntuali ai siciliani e ai lavoratori impiegati in prima linea nella battaglia contro la seconda ondata. E abbiamo ottenuto un primo risultato: la prossima convocazione del Comitato è già stata fissata per il prossimo 9 novembre e ne seguiranno altre, con cadenza periodica. Ci accerteremo che sia così”.
Il comitato regionale si è poi chiuso con la richiesta precisa di aggiornare la convocazione prevista per il 29 settembre sulle indennità Covid per il personale della sanità pubblica e gli operatori del 118 e poi rinviata a causa dei contagi di alcuni dipendenti dell’Assessorato alla salute. “I lavoratori stanno di nuovo reggendo ritmi fuori dal normale e incredibilmente ancora non hanno ancora avuto alcun riconoscimento concreto per quanto fatto lo scorso inverno. È ora di procedere, i lavoratori attendono da troppo. E non con le mani in mano”.
Oggi anche la Uil è intervenuta su una situazione che ha definito “seria”. “Ma a creare allarme, oltre al veloce andamento della pandemia, non ci possono essere anche le scelte poco chiare in merito alla gestione delle strutture sanitarie – ha detto Claudio Barone, segretario generale del sindacato a Razza durante il confronto di oggi via web -. Paradigmatica la situazione al Civico di Palermo, principale presidio ospedaliero della Sicilia occidentale. La decisione di destinarlo, per la seconda volta e nel giro di pochi giorni, solo ai pazienti affetti da Coronavirus sta creando panico e confusione sia tra i malati no Covid, che di certo non possono andare a curarsi per prestazioni specialistiche in altre strutture periferiche, che tra il personale sanitario che non sa come dovrà organizzarsi”.
“Per questo chiediamo subito di riaprire a tutti il Civico ma anche il Garibaldi di Catania, utilizzando gli altri presidi e il personale ospedaliero” – ha aggiunto – A preoccupare è anche la notizia di un significativo numero di operatori sanitari contagiati proprio in un reparto del Civico. Questo significa che non hanno funzionato le misure di sicurezza ed è necessario intervenire subito”. “C’è il problema di reperire il personale con concorsi ma anche con rapporti a tempo determinato. – ha concluso – Si deve provvedere a stabilizzare i precari già inseriti nel sistema sanitario. Ai nuovi che accetteranno di lavorare in questo momento difficile serve garantire la strada per l’assunzione e, per medici, anche per la specializzazione”.
(ANSA).
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19 Ottobre 2020, 15:43