Comune, l’analisi di La Via: |”Non c’è una seria progettazione”

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12 Giugno 2016, 17:50

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CATANIA. Soddisfatto. il voto delle ultime amministrative, che ha premiato i moderati, fa sorridere l’eurodeputato Giovanni La Via che si sofferma sul recente dato politico – parla di “risultato positivo” – prima di addentrarsi nell’analisi del governo cittadino e dell’azione dell’amministrazione Bianco. Abbiamo avuto riscontri in diverse realtà – afferma – che andrà consolidato con i ballottaggi, ma che comunque ci soddisfa. A Grammichele, a Giarre a Caltagirone, al di là di Ramacca dove il risultato è stato il migliore che speravamo, i moderati hanno avuto buone performance. Una conferma – sottolinea – che dimostra come la politica seria si faccia apprezzare”. Un po’ di elezioni prima del giudizio sull’amministrazione.

“Quella attuale opera senza mettere mano ad una seria progettazione. La pista ciclabile così come è stata fatta mi sembra un autogol”. Il presidente a Bruxelles della commissione Ambiente, sanità e pubblica sicurezza nonché membro del Partito popolare europeo non ha dubbi. La città nelle mani di Enzo Bianco non convince del tutto l’eurodeputato: secondo il suo parere, l’elenco delle cose non fatte è ancora lungo. A partire dalle questioni più salienti sulle quali l’amministrazione comunale, secondo La Via, non starebbe affatto lavorando, fra cui il Piano regolatore generale, piano commercio, viabilità, sicurezza, non tralasciando infine la questione della gestione dei rifiuti.

“Ci sono molte cose sulle quali questa amministrazione non si è finora mossa” – spiega il parlamentare. Un elenco di inadempimenti che illustra punto per punto: “ Abbiamo un Prg bloccato da sessant’anni, un piano del commercio mai realizzato e un piano viabilità che manifesta tutte le sue pecche. L’unica cosa fatta – dice – sembra l’abbattimento del ponte Gioeni che appare chiaro come non abbia risolto un bel nulla, ma semmai aggravato i problemi in termini di circolazione e traffico”. E in merito allo storico ponte demolito, “Non si capisce – prosegue – cosa voglia fare questa amministrazione: far passare il flusso veicolare per di sotto, tramite la realizzazione di un tunnel creando così una arteria di collegamento diretto tra via Caronda e via Del Bosco o ha qualche altra soluzione?”. A monte, secondo La Via, occorrerebbe improntare l’intera linea di azione politica su radici più salde. “Purtroppo non c’è progettazione quando vengono fatte queste cose, mentre invece andrebbe fatta per amministrare davvero bene una città e guardare di più al suo futuro”- ha aggiunto.

E torna nuovamente a commentare la pista ciclabile. “Può avere da un lato una funzione e una valenza certamente positiva, ma guardiamo dall’altro agli effetti sulla circolazione: Cosa accadrà nella zona del lungo mare nei mesi estivi che sono ormai alle porte? Emergeranno quasi sicuramente criticità” – avverte. “Sarà sufficiente – prosegue l’eurodeputato – il parcheggio di Piazza Europa per chi vuole andare a Ognina? Nel tratto che collega piazza Nettuno a Ognina – dove solitamente d’estate c’è il solarium – come verrà gestito l’enorme traffico e l’afflusso di persone con la pista ciclabile messa lì? Onestamente vedo la situazione complessa. C’è una curva – aggiunge – dove sono state ristrette le carreggiate, non mi pare ci siano spazi alternativi per i parcheggi. Insomma, a mio avviso ritengo si debba lavorare programmando. Non si può realizzare una pista tanto per dire che è stata fatta la pista ciclabile, così rischia di essere un autogol”.

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Ma per La Via non tutto sarebbe negativo. Il suo giudizio su Bianco, come spiega, è comunque caratterizzato da luci e ombre. E riconosce qualche attenuante. “La città sicuramente ha vissuto un momento di grande difficoltà determinato da una crisi economica oggettiva. Enzo Bianco – continua – sicuramente si è trovato a gestire una città diversa da quella che aveva gestito un tempo. Su alcune cose sta andando avanti: un progetto riorganizzativo interno, autorizzazione della dirigenza, cosa indispensabile per gestire una città come Catania; ha avviato un percorso per l’acquisizione di risorse come il ‘Patto per Catania’. Sono senza dubbio fatti importanti. Ma per il resto, come detto, ci sono molte cose su cui l’amministrazione non si è mossa”.

Il presidente della commissione Ambiente entra poi nel merito dei recenti dati dai quali è emerso un calo nella raccolta differenziata. “ A Catania – dice – per quanto riguarda la differenziata siamo su percentuali bassissime. Abbiamo differenziato sempre meno negli ultimi anni. E dal 2012 a oggi la percentuale è ulteriormente diminuita. Il porta a porta è da poco iniziato in alcuni quartieri, finora abbiamo avuto la raccolta differenziata nei cassonetti ma i dati sono sconfortanti. I target di differenziata – prosegue – devono progressivamente aumentare in ogni città, osservando di seguito un certo livello di riuso del differenziato. Non alcun senso differenziare i rifiuti per poi portarli nella discarica. Si vanificano così anche i piccoli sacrifici dei cittadini che la fanno correttamente”. Ma la responsabilità in materia, secondo La Via, non è da attribuire esclusivamente all’attuale amministrazione comunale, ma più in generale al governo di Rosario Crocetta. ”Appare chiaro come questa terra abbia finora sbagliato tutto nella gestione dei rifiuti. La Regione è andata avanti negli ultimi anni gestendo l’emergenza, prorogando oggi questa discarica domani quell’altra senza risolvere nel complesso il problema dei rifiuti. La Regione siciliana fonda ancora la gestione tutta sulle discariche. Ma è urgente cambiare rotta”.

Infine, si sofferma sul quadro della gestione emergenza sbarchi delineatosi a Catania, secondo egli, dopo l’inaugurazione della sede Frontex. “L’Europa ha spostato il centro operativo per la gestione del controllo del Mediterraneo da Varsavia a Catania, mi pare un gran passo in avanti. Forse lo ha fatto in ritardo, ma lo ha fatto”. E aggiunge: “Ho visto in estate i migranti sbarcare al porto di Catania scalzi su quelle basole roventi, basterebbe una pensilina, giusto per dire. Sicuramente grande lavoro è stato fatto, ma molto serve ancora fare. Ma prima di tutto occorre che l’Italia più in generale lavori agli accordi di rimpatrio evitando penalizzazioni per i paesi accoglienti, e mortificazioni per chi viene accolto. Le penalizzazioni spettano a quei paesi europei che non si fanno carico della quota di migranti” – conclude il parlamentare europeo, Giovanni La Via.

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12 Giugno 2016, 17:50

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