01 Giugno 2021, 16:12
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PALERMO – ‘La Vucciria’ è tornata a casa e, per l’occasione, l’Università di Palermo le ha costruito un involucro nuovo di zecca, cuore del nuovo percorso di visita che restituisce lo Steri alla città. La tela che Renato Guttuso dipinse nell’arco di alcuni mesi, nel 1974, ha ripreso posto nell’antica sala delle Armi del palazzo medievale, al piano terra, dove era stata sistemata nel 2004 su iniziativa dell’allora rettore Giuseppe Silvestri. In seguito fu spostata nella stanza del prorettore vicario e poi nella Sala dei Baroni al primo piano: oggi, dopo una lunga trasferta a Roma, nella Sala della Lupa a Montecitorio, la tela di Guttuso è tornata nella città che da sempre l’ha riconosciuta come sua opera-simbolo. E ha trovato ad attenderla il nuovo spazio.
Nella sala delle Armi, la Vucciria, quadro di tre metri per tre, è stata collocata in una nicchia. Grazie ad un particolare studio sul sistema di illuminazione e adeguati puntamenti, ‘La Vucciria’ balza fuori in tutta la sua bellezza: l’effetto è quello di un faro che passa sulle figure sbozzate che appaiono tra pesci, frutta, verdura, quarti di carne. Avvicinandosi al quadro, si ascolteranno le voci del mercato, le tipiche ‘banniate’, registrate e conservate negli archivi del Cricd, il Centro regionale del Catalogo. L’allestimento, curato da Marco Carapezza, Paolo Inglese e Maria Concetta Di Natale, e realizzato dall’architetto Maria Carla Lenzo, è completato da alcuni pannelli con biografia, note critiche, scritti di colleghi e intellettuali, uno schizzo pubblicato dal Villabianca dell’antica Bocceria. Sui monitor scorrono contributi video dalle Teche Rai, dal ‘Diario di Guttuso’ realizzato da Giuseppe Tornatore nel 1982 e dal documentario del 1975 ‘Come nasce un’opera d’arte. Renato Guttuso’, oltre ad una postazione dove ascoltare la voce del grande pittore bagherese.
“Quello di oggi è un momento molto atteso – sottolinea il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari -. Lo Steri, che in ogni sua pietra custodisce un pezzo della storia di Palermo, e ‘La Vucciria’ di Guttuso, un’icona rappresentativa della nostra città con i suoi colori e le sue luci ma anche con le sue ombre, tornano visitabili in una veste che ancora maggiormente esalta la realtà di un contesto storico e di un’opera semplicemente straordinari. Per il nostro Ateneo è sicuramente motivo di orgoglio e di forte impegno valorizzare, custodire fare conoscere questi tesori, simboli della Sicilia nel mondo e simboli del valore della cultura come imprescindibile elemento di ripartenza del nostro territorio”.
La musealizzazione della Vucciria è solo il primo passo del nuovo percorso di riappropriazione del complesso monumentale dello Steri che da sabato 5 giugno ritorna visitabile nella sua complessa integrità: la gestione e i servizi sono stati affidati a Coopculture, che da oltre due anni promuove l’Orto Botanico, parte del Sistema museale di ateneo. Un’operazione che riconsegna a Palermo non soltanto uno dei suoi complessi monumentali più importanti, ma anche il racconto stratificato della città che parte dalla dinastia trecentesca dei Chiaromonte che divenne sede vicereale tra il 1468 e il 1517, poi sede dell’Inquisizione spagnola tra 1601 e il 1782, periodo in cui vennero costruite le carceri e le celle delle torture al piano inferiore, parte del percorso di visita, poi sede della Dogana, dei Tribunali del Regno, fino ad essere acquisito nel 1967 dall’Università di Palermo che ne affida nel 1972 il restauro ad un’equipe di architetti con la consulenza fino al 1978 (anno della sua morte) di Carlo Scarpa. Il complesso monumentale dello Steri di piazza Marina riaprirà al pubblico sabato 5 giugno. Sarà visitabile ogni giorno: dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 20. Il sabato e la domenica l’orario di apertura sarà dalle 10 alle 20. Previsto un biglietto per l’intero complesso.
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01 Giugno 2021, 16:12