Cronaca

La zona grigia tra mafia e politica: incontro nell’agrumeto confiscato

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02 Novembre 2020, 20:40

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CATANIA – Alla fine l’agrumeto è stato localizzato. Un po’ di perseveranza e un lavoro meticoloso da parte di Arci Sicilia, I Siciliani Giovani e Asaec hanno permesso di poter organizzare un altro sopralluogo in uno dei tanti tesori strappati alla mafia che l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati ha inserito nel bando che prevede l’assegnazione diretta alle associazioni. Questa volta il viaggio (e la battaglia) porta direttamente a Palagonia. 

Un modo per superare ostacoli burocratici che hanno lasciato inutilizzati centinaia di immobili e beni in tutta la provincia di Catania. Ma la lodevole iniziativa ha scoperchiato storiche falle nella gestione del patrimonio confiscato ai clan. Ville di lusso totalmente distrutte, vandalizzate e ancora occupate. Come quella di Gravina di Catania una volta di proprietà della famiglia di Maurizio Zuccaro, boss e killer di Cosa nostra. In quel compound è arrivata anche la Commissione Antimafia Regionale a rendersi conto di quale è lo stato dell’arte. E in un sopralluogo delle associazioni con il coadiutore giudiziario è stata trovata anche una mascherina anti-Covid. 

Da Catania a Palagonia, dunque. Alle 9.30, domani mattina, si svolgerà un incontro con i giornalisti nei terreni confiscati alla mafia sulla strada provinciale 74 nel territorio del comune calatino. La conferenza stampa, che avrà come focus quello di porre l’accento sulle carenze istituzionali nella gestione dei beni confiscati e sulle enormi potenzialità sociali dei terreni sottratti alla mafia, è promossa dalle associazioni I Siciliani giovani, Arci Sicilia, Asaec-antiestorsione di Catania, Aiab – Agricoltura Biologica. 

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All’incontro è prevista la partecipazione del Presidente dell’Antimafia regionale, Claudio Fava e di altri componenti della Commissione. L’appuntamento è alle porte di un agrumeto di oltre cinque ettari e di un casolare di lusso, che sono stati confiscati nell’ambito dell’operazione antimafia Iblis. L’operazione del Ros è quella che ha svelato l’inquietante intreccia tra mafia, politica e imprenditoria. 

Il latifondo è riferibile (secondo gli accertamenti svolti dalle associazioni) a Nino Sangiorgi, ex consigliere provinciale di Palagonia, condannato nel 2016 nello stralcio abbreviato del processo frutto della maxi inchiesta della Dda di Catania. Una delle immagini simbolo dell’indagine del Ros è quella in cui si immortala l’incontro proprio tra Nino Sangiorgi, Fausto Fagone e Rosario Di Dio in un’area di servizio sulla Catania-Gela che è riconducibile proprio al boss di Ramacca.

Il famoso incontro

L’agrumeto, dalle verifiche attuate dalle associazioni promotrici dell’appuntamento con la stampa, sarebbe – nonostante il provvedimento definitivo di confisca – occupato da parenti di Nino Sangiorgi. Domani le carte saranno scoperte.

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02 Novembre 2020, 20:40

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