“I laboratori restituiscano i soldi” | Ultimo atto dell’assessore Gucciardi

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19 Dicembre 2017, 19:50

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PALERMO – È probabilmente l’ultimo atto dell’assessore Gucciardi, prima di lasciare il governo regionale. È protocollato il 2 novembre. A campagna elettorale – dove lo stesso Gucciardi giocava da candidato – ormai conclusa. A soli tre giorni dalle elezioni. È il documento col quale si chiede nuovamente ai laboratori d’analisi siciliani di restituire qualcosa come 200 milioni di euro. Un provvedimento, come detto, firmato a poche ore dal voto e che è giunto, quindi, alle Aziende sanitarie e ospedaliere che dovranno occuparsene, a elezioni già celebrate. In pratica, l’ex assessore ha firmato il traumatico recupero, ma ad occuparsene dovranno pensarci altri.

E in realtà, su questo punto il nuovo assessore alla Salute Ruggero Razza sembra molto cauto. Intervenuto proprio oggi al forum di Live Sicilia ha spiegato: “Questa è una crisi legata a scelte del passato. Ci sono alcuni provvedimenti giurisdizionali che vanno applicati, altrimenti si incorrerebbe in un danno erariale. Ma ho richiesto un approfondimento agli uffici ed è già stato avviato. Ho ricevuto molte segnalazioni anche dalle associazioni di categoria. Ci lavoreremo e troveremo una soluzione”.

La questione caldissima, insomma, passa nelle mani del nuovo governo e dei commissari di Asp e ospedali che sono, invece, quasi in scadenza, visto che decadranno con l’aggiornamento dell’elenco nazionale dei manager. E non a caso, non tutti stanno già procedendo come previsto dalla lettera di Gucciardi, ma stanno verificando tutti gli scenari possibili.

Anche perché, l’ultima pronuncia dei tribunali amministrativi ha di fatto sospeso il recupero delle somme che sarebbero state in passato illegittimamente incassate dai laboratori. Un’ordinanza del Cga di fine settembre, infatti, aveva accolto il ricorso presentato da decine di laboratori, capovolgendo l’esito del ricorso in primo grado col quale il Tar aveva respinto la richiesta di sospensiva avanzata dai convenzionati.

“Appare meritevole di accoglimento l’istanza cautelare di sospensione della esecutività della impugnata sentenza – scrive il Cga – e per l’effetto della efficacia dei provvedimenti in primo grado impugnati, tenuto conto del danno grave e irreparabile che potrebbe venire alle ragioni delle parti qui appellanti dalla esecuzione degli atti gravati”. Da qui, sottolinea il Cga, “l’opportunità che la Regione non faccia luogo al recupero delle somme differenziali derivanti dalla applicazione delle tariffe nazionali prima che si addivenga alla definizione dei giudizi di merito sugli atti presupposti”.

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È anche su questa ultima frase che l’assessore in uscita ha fondato la pretesa di restituzione delle somme. “È assai verosimile” che per ‘giudizi di merito’, si legge nel documento, si intendano quelli ancora pendenti al Tar Sicilia e al Tar Lazio. L’atto, oltre alla firma di Gucciardi, porta quella di Ignazio Tozzo: anche lui, proprio quel giorno lascerà l’assessorato alla Salute, sostituito da Rino Giglione. Ma la Regione ricorda che già altre volte il Tar, negli anni passati, è intervenuto a fronte di ricorsi simili. Insomma, la complessa questione burocratica è stata messa nelle mani dell’Avvocatura di Stato, secondo cui “nessun ostacolo giuridico si frappone al recupero doveroso (e se necessario forzoso) delle somme dovute dalle strutture specialistiche”. Pertanto, conclude la Regione, “nulla osta al recupero” delle somme.

E oggetto del recupero sarebbero strutture private che negli anni, hanno visto calare di molto il proprio fatturato. Dal 2007, quando si attestava complessivamente a 148 milioni, sarebbe sceso a circa 80 miloni di euro. La somma che complessivamente questi laboratori sono chiamati a restituire è di circa 200 milioni di euro.

Soldi che i laboratori, lo ricordiamo, avrebbero incassato continuando a utilizzare il più remunerativo tariffario regionale al posto di quello introdotto dall’allora ministro alla Salute Rosy Bindi. Una vicenda assai complessa, che affonda le proprie radici a più di vent’anni fa. Era il 1996, l’anno in cui la Regione Siciliana decise di adottare un proprio tariffario per le prestazioni di medicina di laboratorio rimasto in vigore fino al primo giugno dell’anno scorso. Da allora, anche in Sicilia è arrivato il famoso tariffario Balduzzi.

Alla fine del 2007 però era entrato in vigore in Italia un altro tariffario, il ‘Bindi-Turco’, rimasto inattuato a causa di alcuni ricorsi che ne avevano sospeso l’efficacia. Fino a una sentenza del Cga che aveva invece confermato la legittimità del “Bindi”. E così già nel gennaio del 2013 un decreto di Lucia Borsellino aveva deciso il “ripristino con effetto retroattivo” di quelle tariffe. Da lì, un braccio di ferro infinito, con sentenze del Tar e del Cga che sbloccavano o sospendevano il recupero delle somme. Fino all’ordinanza con la quale il Cga ha detto: “Stop alle restituzioni fino a quando non si entrerà nel merito della vicenda”. E fino al 2 novembre, a campagna elettorale praticamente conclusa, quando l’assessore-candidato Gucciardi ha deciso di lasciare l’assessorato con quell’ultimo atto: “Le somme vanno recuperate”. Adesso ci pensino gli altri.

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19 Dicembre 2017, 19:50

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