20 Novembre 2012, 15:22
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CATANIA – Colpo di scena al processo per l’omicidio della professoressa Antonella Falcidia. Il sostituto procuratore generale, Domenico Platania, ha chiesto la condanna dell’imputato a 30 anni di reclusione dopo aver aperto la requisitoria con una richiesta di integrazione probatoria agli atti del processo. Si tratta di un repertorio fotografico prodotto dalla Polizia Giudiziaria e, soprattutto, di una nuova perizia sul sangue della vittima. Dalla Corte sì all’ammissione del repertorio fotografico. E’ stata respinta, invece, la relazione di servizio prodotta dal prof. Guardabasso. Niente nuovo dibattimento, insomma. Tra tre settimane è attesa la replica delle difese.
Sotto i riflettori c’è l’ora di decesso di Antonella Falcidia. La prima perizia la aveva fissata alle 22,45, cioè ad un’ora e mezza prima dell’autopsia. In questo caso reggerebbe l’alibi dell’imputato, il marito della vittima Vincenzo Morici che in quel momento si trovava in viaggio. Per la pubblica accusa, invece, il decesso risalirebbe ad un orario successivo, esattamente a quello più prossimo al rientro in casa di Morici. “E’ importante- ha detto il magistrato- avere contezza dello stato di fluidità del sangue rinvenuto accanto al cadavere della professoressa”. Dura la reazione delle difese dell’imputato: “Siamo alla privatizzazione del processo penale” ha detto l’avvocato Enzo Trantino giudicando intempestiva la richiesta. L’acquisizione del nuovo fascicolo fotografico è stata accolta anche dai legali. Sotto esame la struttura del cortile e dei garages del palazzo di via Rosso di San Secondo, abitazione dei coniugi e teatro dell’omicidio. Insieme a questi documenti, c’è anche dell’altro.
Sarà necessario un accertamento catastale per vagliare l’atto con cui i coniugi Morici- Falcidia avrebbero ottenuto la disponibilità di un vano garage annesso al condominio di via Rosso di San Secondo, luogo di abitazione della coppia e teatro dell’omicidio. “E’ un particolare importante- ha spiegato il Pg- perché da lì è possibile accedere al condominio dove l’assassino avrebbe potuto parcheggiare. Dobbiamo capire- ha continuato il magistrato- se il box era nella disponibilità dei coniugi, oppure era ancora intestato al proprietario dello stabile, Gaetano Strano”. I legali di Morici sulla nuova integrazione probatoria non hanno dubbi: “Abbiamo già provato come il signor Morici abbia parcheggiato l’auto sotto il palazzo di fronte”, hanno detto.
Il Pg Platania ha chiuso la requisitoria chiedendo la condanna di Vincenzo Morici a 30 anni di reclusione. Ma da oggi, dopo il rifiuto delle nuova perizia sulla pozza di sangue, le tesi dell’accusa sembrano più deboli.
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20 Novembre 2012, 15:22