02 Aprile 2015, 16:33
2 min di lettura
PALERMO – Se andrà bene, bisognerà recuperare altri 700 milioni. Se andrà male, sarà il disastro. Ieri il governatore Crocetta è volato a Roma per verificare quali margini ci siano nelle trattative con lo Stato centrale. E’ andato da solo, il presidente. Mentre l’assessore all’Economia Baccei e il ragioniere generale Sammartano, a Palermo, lavoravano a un bilancio difficile da chiudere.
Crocetta sta già pensando al “piano B”. Una ipotesi ventilata già qualche giorno fa. La via d’uscita nel caso in cui Roma decidesse di non aiutare fino in fondo la Sicilia. E le cifre sono preoccupanti. Il “buco” nel bilancio regionale pare sia superiore ai 3 miliardi. Ma il governo al momento lo quantifica in molto meno: circa 700-800 milioni, perché confida in alcuni trasferimenti in qualche modo già promessi dal governo Renzi.
Ma si tratta comunque di una cifra enorme. “Con o senza accordo – ha detto però ieri Crocetta – mercoledì porterò il bilancio in giunta. Io rimango comunque molto fiducioso, chiuderemo l’accordo con Roma”. Senza accordo, il bilancio sarà lacrime e sangue. E Crocetta avverte: “La responsabilità se l’assumerà il governo nazionale, i siciliani capirebbero”. A complicare la situazione, poi, la nomina di Graziano Delrio, uno dei più costanti interlocutori di Crocetta al tavolo per il bilancio, a nuovo ministro alle Infrastrutture.
“Non accuso nessuno – ha detto oggi il governatore all’agenzia Adnkronos – ma stiano tutti sereni poiché il giochetto dura ormai da troppo tempo, dall’inizio del mio insediamento, poiché il vecchio sistema di potere non si è rassegnato ai tagli alla politica, alla scelta chiara contro la corruzione e gli sprechi del nostro governo e alla lotta al malaffare – denuncia ancora Crocetta – In questo gioco ovviamente ci sono gli utili idioti, coloro che pensano di cavalcare forze che finiscono per essere cavalcate”. “Io sono un Presidente legittimamente eletto, avendo portato e realizzato in parte uno dei programmi più innovativi della storia della Sicilia”-
Per recuperare i 700 milioni, però, l’esecutivo sarà costretto a mettere le mani in qui capitoli di spesa che non avevano trovato una copertura con l’esercizio provvisorio, come abbiamo descritto in un articolo di pochi giorni fa. Si tratta delle voci relative ai Forestali, ai precari degli enti locali, agli ex Pip, ma anche ad alcuni enti regionali come l’Esa, i Consorzi bonificia, i parchi. “Mercoledì comunque voglio il bilancio in giunta”, ha detto Crocetta. Solo allora potrà davvero iniziare l’esame all’Ars della Finanziaria. E sarà una Finanziaria di sacrifici.
Pubblicato il
02 Aprile 2015, 16:33