20 Giugno 2011, 13:14
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“Ci siamo fatti da parte. Adesso la Commissione bilancio non ha più alibi”. Pochi giorni dopo le dimissioni, Emanuele Spampinato, l’ormai ex presidente di Sicilia e-Servizi commenta la decisione di sciogliere, di fatto, il Cda (con lui, hanno “salutato” anche il suo vice, Salvatore Giglione e il consigliere Luciano De Caro).
Spampinato, perché la scelta di lasciare l’azienda?
“Abbiamo agito nell’interesse della Regione”
In che senso?
“Nel senso che non siamo, come qualcuno ci ha dipinto, antagonisti del parlamento regionale o dell’esecutivo. Anzi. Pensiamo di far parte tutti della stessa squadra”.
Ma in quella squadra lei ha deciso di non giocare più.
“E l’ho deciso proprio per far sì che non ci siano più alibi per nessuno. Se il problema eravamo noi, il problema non c’è più”.
È stato il presidente Lombardo a chiederle di mollare?
“No. È stata una scelta autonoma, dopo quello che abbiamo sentito”.
A cosa si riferisce?
“Mi riferisco alle dichiarazioni, ad esempio, del deputato Fabio Mancuso”.
Vuole dire che ha deciso di lasciare l’azienda dopo aver letto una dichiarazione?
“Esatto. Noi abbiamo saputo a mezzo stampa della richiesta in Commissione di chiedere la discontinuità. A quel punto, la nostra decisione è stata immediata”.
Quando l’ha comunicata a Lombardo, il presidente cosa le ha detto?
“Ha apprezzato proprio il fatto che la nostra decisione sia arrivata subito. Così, abbiamo messo anche il presidente in condizione di confrontarsi meglio col parlamento”.
Servirà a distendere i toni. C’è una commissione d’inchiesta che sta lavorando su Sicilia e-Servizi…
“Servirà certamente a normalizzare la situazione. E a consentire all’azienda di approvare il bilancio, di andare avanti, insomma”.
Andare avanti, anche col paventato ripopolamento?
“Meglio chiarirla questa cosa. Quel piano è fermo dal 5 di aprile. E non solo quello”.
Cioè?
“Da ottobre scorso non è stato affidato, al socio privato, un solo euro. Non c’è stata un’assunzione. Nemmeno una consulenza”.
Qual è il futuro di Sicilia e-Servizi? Si parla di una trasformazione in azienda completamente in mano alla Regione.
“Questo era nel progetto originario. Ed è una delle possibilità all’orizzonte. Le nostre dimissioni, in un certo senso, consentiranno di capire prima quale progetto c’è sulla società per l’immediato futuro”.
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20 Giugno 2011, 13:14