L’aereo Windjet finito fuori pista | Nessun dolo, inchiesta archiviata

di

01 Aprile 2016, 06:01

2 min di lettura

PALERMO – Colpe, anche gravi, ma niente dolo. E senza il dolo arriva l’archiviazione del secondo troncone dell’inchiesta sull’aereo Wind Jet finito fuori pista a Palermo. Si tratta del capitolo relativo al caos e alle presunte omissioni nei soccorsi.

A conti fatti la vicenda giudiziaria si è chiusa con la sola condanna a un anno inflitta in appello al comandante Raul Simoneschi, alla guida dell’airbus A319 in servizio da Roma a Palermo, con l’accusa di lesioni colpose. È stato, invece, assolto il primo ufficiale Fabrizio Sansa. Nel corso del processo fu escluso che a provocare l’incidente fosse stato il “wind shear”, e cioè l’improvviso cambiamento di direzione delle correnti d’aria. Si trattò di una manovra errata di Simoneschi. Il volo Wind Jet Roma-Palermo, il 24 settembre 2010, atterrò prima che iniziasse la pista, mandò in frantumi il carrello e finì la sua corsa sul prato. A bordo c’erano 123 passeggeri e sei membri dell’equipaggio. Alcuni riportarono lievi traumi.

Articoli Correlati

Sotto inchiesta successivamente finirono anche gli assistenti di volo Maria Concetta Arduino, Mauro Molinelli e Tindara Ragona. Il giudice Guglielmo Nicastro ordinò di sentire i responsabili della Gesap, la società che gestisce l’aerostazione, dei vigili del fuoco e dell’Enav, l’Ente che controlla il traffico aereo. Secondo gli avvocati di parte civile Mauro Torti, Corrado Nicolaci , Loredana Alicata, Alessandra Naso e Giovanni Pagano bisognava cercare altrove altre eventuali responsabilità per le presunte omissioni di soccorso.

Lo stesso Nicastro ora ha archiviato l’inchiesta. Secondo il giudice, infatti, “la mancata raccolta, il conteggio e l’instradamento dei passeggeri lungi dall’essere imputabile all’equipaggio è invece da ricondurre al comportamento dei passeggeri i quali si sono allontanati autonomamente senza attendere ulteriori indicazioni”. Lo stesso Gip, però, in un passaggio successivo dell’archiviazione aggiunge che “tanto non conduce però ad escludere che si siano verificate gravi inefficienze nella predisposizione dei soccorsi da parte degli enti aeroportuali a vario titolo chiamati a intervenire in caso di emergenza tuttavia esse non assumono rilievo ai fini del perfezionamento della fattispecie di reato”. Ed ancora: “Non v’è prova della realizzazione di condotte di mancato soccorso sorrette da dolo, emergendo invece gravi profili di negligenza nella gestione del soccorso”. Il giudice, ad esempio, sottolinea i 22 minuti che trascorsero prima che i vigili del fuoco arrivassero sul luogo dell’impatto. Insomma, saremmo di fronte ad una colpa, che non basta a mandare sotto processo gli indagati, ma apre la pista alle scontate richieste di risarcimento danni.

Pubblicato il

01 Aprile 2016, 06:01

Condividi sui social