Lagalla e il rebus della giunta, la Lega chiede due assessori - Live Sicilia

Lagalla e il rebus della giunta, la Lega chiede due assessori

Il sindaco incontra i partiti, in ballo anche le partecipate

PALERMO – Gli incontri si susseguono, le delegazioni dei partiti fanno la spola, le voci si rincorrono incontrollate. Sono giorni decisivi per la giunta del neo sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che sarebbe intenzionato a chiudere la partita sui nomi degli assessori prima del Festino: obiettivo non semplicissimo, se si considera che nelle partecipate comunali lo spoil system non è automatico e i cda delle aziende rientrano a pieno titolo (come compensazione) nel bilancino delle poltrone.

Il patto pre-elettorale che prevedeva un posto in giunta per ogni lista che avesse superato il 3,5% (quindi anche senza entrare a Sala delle Lapidi) sembra ormai tramontato: il consiglio comunale rischia di trasformarsi in una palude, senza un controllo ben saldo delle truppe. Ecco perché in tanti hanno consigliato a Lagalla di concedere gli assessori solo ai partiti che sono rappresentati in Aula, così da evitare che alcuni possano considerarsi privi di qualsiasi vincolo di lealtà con la coalizione di centrodestra.

Del resto dall’altro lato si profila un’opposizione di primo livello: il parlamentare nazionale Carmelo Miceli, quello regionale Giuseppe Lupo, l’ex deputata Teresa Piccione, il candidato sindaco Franco Miceli, il veterano Fabrizio Ferrandelli, l’ex vicesindaco Fabio Giambrone e consiglieri uscenti (e quindi esperti) come Ugo Forello, Giulia Argiroffi, Rosario Arcoleo, Leonardo Canto, Valentina Chinnici, Massimo Giaconia, Antonino Randazzo, Concetta Amella. Insomma, un fronte che potrebbe creare più di un problema a una maggioranza che dovrà necessariamente essere e mostrarsi compatta. Lagalla al momento non si sbottona, ma l’intenzione sembra quella di riservare a chi non è entrato in consiglio comunale posti di sottogoverno: un modo per premiare chi comunque potrà tornare utile per le Regionali al centrodestra, ma senza mettere in difficoltà le neo amministrazione comunale.

Ieri il sindaco ha incontrato sia la nuova Democrazia Cristiana che la Lega. La delegazione dei cuffariani, formata dal commissario cittadino Giorgio Cipolla, dai vice commissari regionali Pippo Enea e Giuseppe Alessi e dal consigliere Domenico Bonanno, ha consegnato “una lista di nomi composta da professionisti e da persone dall’indubbio rigore morale – si legge in una nota del partito – affinché tra questi il sindaco possa scegliere da chi farsi collaborare nell’Amministrazione che si accinge a nominare”. Il che fa pensare che il nome dell’assessore designato in campagna elettorale, Antonella Tirrito, sia ormai tramontato (pare perché troppo vicina all’assessore regionale Toto Cordaro, che molti danno in direzione Udc), lasciando spazio al medico Nuccia Albano.

Diversa la situazione in casa Lega, partito reduce dalla batosta delle Amministrative ma deciso a far pesare il possibile aiuto che il partito potrebbe dare a Roma per evitare il default; il Carroccio, rappresentato dai consiglieri eletti, da Pippo Fallica e Francesco Scoma, ha chiesto a Lagalla non uno ma due assessorati. “Se Forza Italia chiede tre assessorati, la presidenza del consiglio e due partecipate – è il ragionamento di uno dei dirigenti leghisti – perché un partito nazionale come il nostro non può chiedere due posti?”. L’ex rettore non avrebbe risposto né sì, né no, riservandosi di inserire la richiesta nel ragionamento più ampio che sta facendo con tutti i partiti, a partire dalla sfida fra gli azzurri e i meloniani per la presidenza di Sala delle Lapidi. Forza Italia ormai ha chiuso compatta su Giulio Tantillo, mentre in casa Fratelli d’Italia si ragiona ancora sui nomi: a indossare i galloni del vicesindaco potrebbe essere solo Carolina Varchi, mentre a Giampiero Cannella (o a un suo fedelissimo) spetterebbe un assessorato anche come risarcimento per il mancato ingresso in giunta regionale a causa della nomina di Alessandro Aricò; vicenda, quest’ultima, che giustificherebbe il niet per Diventerà Bellissima a un posto in giunta che potrebbe così andare al gruppo di Giuseppe Milazzo, forte di tre consiglieri eletti.


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