Lagalla saluta Palazzo Steri | “Sette anni bellissimi”

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30 Ottobre 2015, 13:29

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PALERMO – Il rettore uscente Roberto Lagalla, prima di passare il testimone al neo eletto Fabrizio Micari, traccia un resoconto dell’attività svolta durante il suo mandato. “Sette anni bellissimi, sette anni di lavoro svolto in tempo di particolare difficoltà per il sistema universitario e per il paese”, dichiara il magnifico. Il 31 ottobre scade il suo mandato e si conclude un periodo durante il quale “si è lavorato con condivisione di scelte, non con compromesso al ribasso ma che avessero forma e sostanza di un avanzamento e di una regolazione effettiva delle criticità”.

Così si esprime il rettore durante l’incontro con i giornalisti, il suo tutto sommato è un bilancio positivo. Roberto Lagalla evidenzia le difficoltà che hanno segnato il suo cammino, nel 2008 non solo il sistema universitario ma anche il paese era profondamente diverso rispetto ad oggi, soprattutto dal punto di vista dell’amministrazione pubblica. Negli anni il governo ha provveduto a porre dei tagli sui finanziamenti alle università e l’ateneo di Palermo ha perso circa 40 milioni di euro. Si è dovuto far fronte a una manovra di riequilibrio da 70 milioni.

“È dimostrato come l’output di rendimento del sistema universitario è strettamente connesso alle condizioni di contesto tracciabili attraverso: la distribuzione per fasce di reddito degli studenti, il livello delle esenzioni, le entrate proprie, i diritto allo studio che in Sicilia viene ancora negato nel momento in cui la regione copre solo il 36 % del fabbisogno delle borse di studio e non esiste ancora una legge sul diritto allo studio, questi sono tutti elementi che condizionano l’ingresso degli studenti al sistema universitario siciliano”. Un tema drammatico è quello del calo di occupazione e della desertificazione dell’attività d’impresa. “Ho la consapevolezza del fatto che i nostri laureati che migrano per lavoro verso realtà nazionali e internazionali riescono ad affermarsi con chiara dimostrazione di efficacia della qualità formativa dell’Università di Palermo”. I processi di assorbimento occupazionale tendono a migliorare in un periodo medio lungo dal conseguimento del titolo di studio ma raggiungono percentuali ancora molto limitate subito dopo la laurea. “Oggi – continua Lagalla – io dico che il sud non ha bisogno di trattamenti di favore ma di stimolare a livello locale le politiche a sostegno dell’università ed ha inoltre bisogno di lavorare selezionando i docenti migliori, procedendo nella strada dell’internazionalizzazione e in quella del rapporto con l’impresa unita alle politiche di sviluppo complessivo dei territori”. Quindi il rapporto tra territorio e università resta, attraverso la politica, un fattore determinante della resa complessiva del sistema universitario.

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Il risanamento del bilancio è avvenuto attraverso riforme della struttura, riducendo il numero dei corsi di studio da 179 a 124, razionalizzando la compagine dei dipartimenti da 81 a 20 e trasformando le 12 vecchie facoltà in 5 scuole, non solo per consentire economie di scala ma anche per fornire un’identità tematica e culturale diversa e più sostenibile. L’internazionalizzazione rappresenta un ulteriore obiettivo dell’attività del Rettore Lagalla, l’ateneo palermitano è stato inserito tra i primi 100 in Europa per livello della mobilità.

Roberto Lagalla tornerà a insegnare ma il suo futuro potrebbe essere di nuovo in politica, “Premesso che mi diverte il fatto che, dall’elezione del capo del condominio a quella del presidente della Regione, viene tirato in ballo il mio nome, e questo sotto certi aspetti mi può lusingare, io mi ritengo un uomo fortunato per quanto fatto fino a questo momento. Tornerò a fare il professore universitario, il direttore del Dipartimento di Radiologia”.

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30 Ottobre 2015, 13:29

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