L’agguato per lo spaccio| Alla sbarra il “killer”

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10 Giugno 2017, 16:49

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CATANIA – Un omicidio che per movente e modalità non si vedeva da anni a Librino. Il pomeriggio del 14 settembre 2014 il civico 9 di viale Bummacaro è scosso dal rumore delle pallottole. Daniele Massimiliano Di Pietro è raggiunto da diversi colpi di pistola. Inutili i tentatiti dell’uomo di trovare riparo dietro una Citroen rossa: i killer non gli danno scampo. Alcuni vicini chiamano i carabinieri e l’ambulanza. Ma Daniele ‘Trippa’ (questo il suo nomignolo) muore prima di raggiungere l’ospedale Vittorio Emanuele. Sangue, vetri in frantumi, pallottole sull’asfalto: questo quello che trovano gli investigatori nella scena del crimine. L’inchiesta coordinata dalla Procura porta a individuare i responsabili in poche ore: i fratelli Michele, Davide e Antonio Celso (sentendosi braccati) si costituiscono, uno ad uno, ai carabinieri della Compagnia di Fontanarossa. Inoltre i familiari della vittima avevano iniziato a minacciare seriamente i Celso, con vendette e ritorsioni. Una escalation di violenza che rischiava di degenerare.

Dietro quell’omicidio la gestione di una piazza di spaccio, Di Pietro non avrebbe rispettato gli accordi. Ma questa sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tra le due famiglie infatti non scorreva buon sangue. Antichi rancori e dissidi che avrebbero portato a caricare le pistole e sparare. I tre fratelli stanno seguendo profili giudiziari diversi.

Davide Celso è stato giudicato con il rito abbreviato e in primo grado è stato condannato all’ergastolo. Per Antonio e Michele è ancora in corso il processo ordinario. I tre fratelli, inoltre, sono coinvolti nella maxi inchiesta Carthago: sarebbero i gestori di una piazza di spaccio a Librino rifornita da Andrea Nizza.

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Si è aperto davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catania, presieduto dalla giudice Quartararo, il processo di secondo grado a carico di Davide Celso. Il difensore, l’avvocato Vito Pirrone, ha chiesto alla Corte di rinnovare la perizia psichiatrica del suo assistito. Il Pg Angelo Busacca invece ha chiesto acquisire i verbali del collaboratore di giustizia Salvatore Cristaudo, ex soldato del gruppo di Andrea Nizza affiliato alla famiglia Santapaola, e in caso di diniego (in subordine) esaminarlo nel corso del dibattimento.  Il pentito potrebbe fornire elementi utili sul profilo criminale di Daniele Trippa ma anche fotografare gli equilibri del traffico di droga a Librino, all’epoca “monopolizzato” da Andrea Nizza. Alla richiesta di acquisizione dei verbali si è opposto il difensore di Celso.

La Corte d’Assise d’Appello si è riservata di decidere sulle due istanze. La decisione sarà formalizzata nel corso della prossima udienza fissata per il 30 giugno.

LA CRONACA DELL’OMICIDIO
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I FERMATI
I NOMI DEI PRESUNTI ASSASSINI
LA VENDETTA DOPO L’AGGUATO

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10 Giugno 2017, 16:49

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