12 Luglio 2013, 12:47
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CANICATTI’ (AG) – “Si, sono di Canicattì e mi chiamo Faustino Giacchetto ma non sono ‘quel’ Giacchetto dell’inchiesta Grandi Eventi”. Potremmo pensare a un caso di doppia personalità, a un nuovo ‘Dottor Jekyll e Mister Hide’ ma non è così. Questo è lo strano caso del ‘Doppio Giacchetto’: stesso nome, stesso cognome ed entrambi originari dello stesso paese dell’agrigentino. I due ‘Fausti’ però sono due persone distinte e separate. “Mi rendo conto che possa risultare strano – ha chiarito Giacchetto – ma nonostante le tante coincidenze io non ho mai avuto a che fare con pubblicità, editoria o situazioni affini. Io sono un commercialista con studio privato a Canicattì e presidente dell’associazione Kiwanis della stessa cittadina”.
Ed è proprio a partire da questa associazione che è partito, circa un anno fa, il caso dello scambio di identità. A raccontarlo è stato lo stesso Giacchetto: “Quando nel luglio scorso si iniziò a parlare dell’inchiesta Grandi Eventi alcune emittenti televisive locali e alcune testate giornalistiche scambiarono il Giacchetto indagato per quello che era ed è ancora presidente dell’associazione Kiwanis – cioè io -. In un caso addirittura, quando ancora non circolavano le fotografie del vero Giacchetto, in un servizio giornalistico vidi pubblicata la mia fotografia dove si parlava del fatto che ero indagato”.
Una serie di circostanze fortuite quindi che però ha creato un equivoco “in grado di far diffondere in pochissimo tempo la voce sul fatto che ‘il commercialista di Canicattì era indagato’ per una serie di ‘giri’ di denaro pubblico – ha continuato ancora Giacchetto -. Non sto a raccontare quante chiamate mi arrivarono per capire se fossi effettivamente io o meno”.
Chiarito il primo equivoco però il fatto si è poi ripresentato qualche giorno fa. “Da quando l’inchiesta è tornata al centro dei riflettori ancora una volta sono stato tirato in ballo con nuovi articoli che parlavano di me. Questa volta ho ricevuto chiamate di clienti che cercavano di avere notizie in merito alla questione, nonché da parte dei soci dell’associazione Kiwanis e di numerosi amici – ha raccontato ancora Giacchetto -. Stavolta, spinto anche da tante persone a me vicine che hanno immediatamente chiarito il caso di omonimia, ho cercato di fare un po’ di chiarezza ed è per questo che ho scritto alcune righe al quotidiano ‘La Repubblica’ dove cerco di spiegare la situazione”.
Fortunatamente il caso di omonimia non ha avuto conseguenze negative per lo sfortunato protagonista anche se “si è trattata certamente di una situazione imbarazzante soprattutto perché – ha precisato il commercialista -, al di là della telefonata di un giornalista che voleva informazioni e delle numerose telefonate che ho ricevuto, ho dovuto diffondere a mia volta la voce che non ero ‘quel Giacchetto’ per contrastare la convinzione opposta che invece si era diffusa a Canicattì e dintorni.
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12 Luglio 2013, 12:47