L’amarezza di un papà:| “Bimbi non sono pacchi postali”

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17 Settembre 2013, 17:04

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CATANIA – Massimiliano Arcidiacono è un papà. Un semplice genitore che alza la voce per i suoi due bambini Alberto e Isabella. La sua è una storia che coinvolge molte famiglie a Librino e San Giorgio, coinvolge soprattutto la vita degli alunni dell’istituto educativo assistenziale “Cirino La Rosa” di Librino. “L’istituto rischia di chiudere – dichiara a LiveSiciliaCatania – a causa della riduzione delle risorse erogate da comune di Catania. In pratica a causa della spending review i bambini assisti passano da 760 a 380”.

Massimiliano vive a San Giorgio: per i suoi due piccoli, Alberto di 7 e Isabella di 8 anni, la Cirino La Rosa rappresenta la seconda casa dove studiavano, pranzavano con i compagni e poi facevano i compiti, tutti insieme. “Io sono uno dei pochi privatisti – continua – che paga una piccola retta mensile. Ma il servizio che viene garantito è ottimo i ragazzi sono presi in autobus la mattina e poi riaccompagnati a casa nel pomeriggio. Ora cosa succederà? Io mi chiedo si parla tanto di contrastare la dispersione scolastica e poi quando si parla di tagli si decide di usare la forbice su questo tipo di servizi? Mi sembra veramente una grande ingiustizia che siano le persone più disagiate a dover pagare.”

E’ deluso papà Massimiliano. “Ieri sera la mia piccola mi ha chiesto: ma quando inizia la scuola? Io non so cosa rispondere. Sto prendendo tempo dicendo “tra qualche giorno”. So che oggi pomeriggio ci sarà una riunione tra l’assessore ai servizi sociali e quello al Bilancio e spero che ci saranno risposte positive. E’ giusto che il Comune capisca che è necessario dare una continuità nella formazione di questi bambini. Anche perchè ci sono indiscrezioni – aggiunge – che i fondi non sarebbero garantiti fino a dicembre, ma forse l’anno prossimo tutto potrebbe essere ripristinato. Ma i bambini cosa sono pacchi postali?”

La questione della riduzione – secondo le dichirazioni del genitori – sarebbe venuta fuori solo pochi giorni fà. “Nonostante la scuola – racconta Arcidiacono – ha più volte chiesto chiarimenti all’amministrazione comunale già dal mese di luglio, non si è saputo nullo se non all’inizio di settembre. Ora cosa devo fare io? Devo trovare un altro istituto, con tutti i disagi del fatto che l’anno scolastico è già iniziato, e soprattutto deve trovare spazio nelle classi che sono state già composte.”

Le risposte dovrebbero arrivare in queste ore. Intanto Massimiliano si sente amareggiato, non per se stesso, ma perchè “mi è stata tolta la gioia e la speranza – scrive in una missiva inviata alla redazione – di poter dare un futuro migliore ai miei figli”.

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17 Settembre 2013, 17:04

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