22 Novembre 2012, 10:49
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Se ci fossero le condizioni di mercato, il gruppo fondato nel 1854 a Caltanissetta, potrebbe sbarcare in Borsa già nel 2013. Un cambio di rotta rispetto a quanto dichiarato dall’amministratore delegato, Francesco Maria Rosario Averna, a inizio anno: “Abbiamo ancora l’ entusiasmo e la voglia di crescere per linee interne; abbiamo ricevuto tantissime proposte di acquisizione, ma le abbiamo rifiutate. Abbiamo le risorse per andare avanti da soli e abbiamo un rapporto positivo con il sistema bancario. E poi la quinta generazione è appena entrata in azienda (sei cugini ognuno con il 2,5 per cento a testa del capitale, figli dei quattro cugini che si spartiscono il 20 per cento del capitale). E la sesta sta ‘gattonando’. Speriamo di poter lasciare a loro l’azienda”. Per poi, però, aggiungere: “Finché riusciamo a finanziare i nostri programmi da soli non abbiamo bisogno di soci, né di ricorrere alla quotazione in Borsa. Ma tutto nella vita può cambiare”. E oggi pare che quel momento sia arrivato. Un modo per finanziare il rilancio di un’azienda che comunque continua a macinare utili nonostante la crisi: il 2011 si è chiuso bene, dopo un bilancio 2010 anch’esso in crescita con un fatturato consolidato di 167 milioni e un utile di 1,7 milioni.
Oggi il gruppo è in mano a due coppie di fratelli: da un lato Francesco Rosario e Maria Luisa (vicepresidente), figli di Emilio Averna, e dall’altra Anna Maria (consigliere) e Francesco Claudio (presidente), figli di Michele Averna.
Il gruppo è presente in 50 paesi con accordi di distribuzione e partnership come quella storica con il gruppo Underberg ma vuole allargarsi in Europa centrale e punta all’ Europa dell’ Est e ai mercati emergenti.
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22 Novembre 2012, 10:49