L’ammissione di Nino Pulvirenti: |”100 mila euro per ogni partita”

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29 Giugno 2015, 16:52

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CATANIA – Il Palazzo di Giustizia asserragliato da cronisti e fotografi. Il ciclone Calciopoli ha puntato nuovamente i riflettori sulla Procura di Catania, guidata da Giovanni Salvi. Tre gli interrogatori eccellenti che si sono svolti oggi al terzo piano del tribunale di Catania, nell’aula del Gip Fabio Di Giacomo. Il primo a sedersi davanti al giudice che ha firmato la lunga ordinanza che ha generato lo scandalo nella serie cadetta, è stata l’Ad Pablo Cosentino. “Il mio assistito – ha detto al termine dell’interrogatorio il difensore Carmelo Peluso – non ha detto nulla di particolare, solo che non c’entrava nulla con quanto ha letto nell’ordinanza di custodia cautelare. Il giudice gli ha chiesto che opinione si è fatto. E lui ha risposto che se è vero quello che c’è scritto nell’ordinanza, allora è una follia. Il signor Cosentino, inoltre, ritiene che quello che è accaduto sarebbe stato incompatibile con il suo ruolo nel Catania Calcio, perchè il suo ruolo è stato quello di costruire una squadra che doveva essere all’altezza di vincere il campionato. E, quindi, andare a corrompere per vincere quelle partite sarebbe stato come ammettere il suo fallimento”.

Insomma Pablo Cosentino si dichiara estraneo all’intera macchina della corruzione scoperta dalla Digos della Polizia di Stato. L’Ad – su stessa dichiarazione del legale Peluso – ha già rassegnato le sue dimissioni per un contratto che è in scadenza domani. “Cosentino – spiega il difensore – non ha più rapporti con il Catania Calcio e ovviamente ha detto al giudice che il suo futuro non sarà certamente a Catania”. In termini di strategia difensiva Peluso non ha ancora stabilito se ricorrere o meno al Tribunale del Riesame. “Stiamo valutando tutto quello che è opportuno per definire quanto meno lo stato di Libertà” – ha spiegato.

Impellizzeri prima di entrare in Tribunale

Pochi minuti invece (anzi secondi) per Gianluca Impellizzeri, il gestore delle scommesse on line, che è entrato dal giudice accompagnato dal suo avvocato e ha dichiarato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Il Gip Fabio Di Giacomo dopo aver congedato Impellizzeri ha chiamato Nino Pulvirenti, che aspettava nei corridoio assediati da Digos e Carabinieri per non permettere a cronisti e curiosi di avvicinarsi, aspettava dalle 8.45 fuori dall’aula. Con l’ex patron della società calcistica i suoi difensori: l’avvocato Giovanni Grasso e l’avvocato Fabio Lattanzi. Mentre Pulvirenti si sedeva Cosentino e Impellizzeri si defilavano, scegliendo di lasciare il Palazzo di Giustizia dal varco di via Vincenzo Giuffrida. Una scelta che non è servita a sfuggire al flash dei fotografi.

E’ durato oltre un’ora l’interrogatorio di garanzia di Nino Pulvirenti. Il commento gli avvocati lo hanno affidato ad una fredda nota inviata attraverso l’ufficio stampa della società calcistica. Invece, Giovanni Salvi, ha convocato un incontro con i giornalisti per dare informazioni (anche se sommarie) su quanto accaduto nel corso degli interrogatori di garanzia degli indagati nell’inchiesta “I treni del gol” condotta dalla Digos della Polizia di Catania. “Quasi tutti gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, meno Cosentino e Pulvirenti – ha detto Salvi. Cosentino ha fornito alcuni elementi a giustificazione per l’interpretazione degli elementi a suo carico che noi valuteremo nei prossimi giorni”.

La conferenza stampa di Salvi

Quella di Pulvirenti sembra essere stata un’ammissione invece su tutta la linea (o quasi). “Pulvirenti – ha raccontato il Procuratore – ha reso un lungo interrogatorio in cui ha ammesso che le partite a cominciare da Varese-Catania sono state oggetto di “acquisto”: secondo le indicazioni di Pulvirenti il costo di ogni partita è stato di 100 mila euro. Pulvirenti ha negato di avere scommesso sulle partite, e ha detto di avere avviato queste modalità di gestione delle partite per salvare il Catania”.

Nella nota dei difensori Giovanni Grasso e Fabio Lattanzi si aggiunge un particolare rispetto a quello dato da Salvi, e cioè che il patron dei rossazzurri ha ammesso i contatti ma si è detto convinto che non ci sia stata in realtà nessuna incidenza nel risultato. “Il signor Antonino Pulvirenti, che qualche giorno addietro si è dimesso da tutte le cariche sociali del Calcio Catania, – si legge nella nota dei legali –  ha chiarito oggi la sua posizione nel corso di un lungo interrogatorio dinanzi al giudice delle indagini preliminari, dimostrando in particolare la sua assoluta estraneità al fenomeno del calcioscommesse. Il signor Pulvirenti ha ammesso di aver avuto dei contatti con altri soggetti al fine di condizionare il risultato di alcuni incontri, e ciò al fine di salvare dalla retrocessione il Catania. Ha tuttavia manifestato la convinzione, anche alla luce della lettura degli atti, che tali contatti non abbiano avuto nessuna reale incidenza sull’esito degli incontri in questione”.

Non sono state oggetto dell’interrogatorio la partita Catania – Avellino (nel mirino degli inquirenti, ma solo come gara sospetta) e Lotito. Che il patron della Lazio non sia entrato tra gli argomenti vagliati dal Gip lo conferma anche l’avvocato di Cosentino sollecitato dai giornalisti. “Non era nell’ordinanza – ha dichiarato Peluso – e quindi non è stata oggetto di valutazione da parte del giudice”. Intanto il presidente della Lazio attraverso una nota parla “dell’ennesimo tentativo di certa stampa di screditare” Claudio Lotito “e con lui la stessa Figc”.  “L’ordinanza del Giudice di Catania, alla pag. 468 – evidenzia il comunicato -, afferma in modo chiaro che l’ipotesi secondo cui il dott. Claudio Lotito avrebbe in qualche modo condizionato il risultato della partita Catania-Avellino del 29 marzo 2015  non è stata confermata dalla successiva attività di indagine e cozza logicamente con l’eventuale – ma alternativa – consapevolezza, nei predetti indagati, di avere conseguito l’obiettivo tramite l’attività di quegli intermediari ai quali, in seguito, ebbero invece a rivolgersi sistematicamente’.

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29 Giugno 2015, 16:52

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