05 Agosto 2011, 10:43
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Sono stati eseguiti i fermi dei sei migranti che avrebbero guidato l’imbarcazione arrivata a Lampedusa lunedì notte con a bordo 25 cadaveri. La procura di Agrigento contesta a tutti il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la morte quale conseguenza di altro reato; due sono accusati anche di omicidio. I sei, un marocchino, alcuni somali e alcuni siriani, sono stati fatti salire sull’aliscafo diretto per Agrigento, scortati dalla polizia. L’udienza di convalida del fermo potrebbe svolgersi già domani mattina. Secondo le testimonianze dei migranti che viaggiavano sul barcone carico di cadaveri, gli scafisti avrebbero impedito a chi aveva affrontato il viaggio nella stiva di risalire sul ponte: i 25 rimasti sotto coperta non avrebbero avuto più aria e sarebbero morti soffocati. Due sarebbero stati anche massacrati a bastonate e uno, durante la navigazione, sarebbe stato buttato in acqua come “punizione” per essere riuscito a risalire sul ponte.
C’era anche una bimba di due mesi tra i 374 migranti soccorsi dalla guardia costiera, ieri, in acque libiche e portati a Lampedusa. Debra, nigeriana, è arrivata con la mamma e il papà. La piccola è l’unica degli extracomunitari giunti sull’isola in perfette condizioni di salute: la madre l’ha allattata durante tutto il viaggio, durato 7 giorni, e la bambina, a differenza delle altre persone che erano a bordo del barcone, non presentava alcun segno di disidratazione. Un miracolo quello di Debra che è l’unica nota positiva dell’ennesima tragedia dell’immigrazione: i racconti degli uomini e delle donne soccorsi parlano, infatti, di decine di migranti morti di stenti e sete, durante la navigazione, e gettati in acqua. Tra le vittime anche quattro bambini. Cinquanta persone, appena sbarcate dalle motovedette della Guardia costiera, sono state portate nel poliambulatorio di Lampedusa e curate: erano in ipotermia e disidratate. In cinque, invece, erano stati trasferiti nella struttura medica in elicottero perché in gravi condizioni: si tratta di 4 donne e un uomo. Due delle donne, intubate e in pericolo di vita, sono state portate in ospedale a Palermo. Finora la guardia costiera ha recuperato un solo cadavere tra quelli che sarebbero stati gettati in acqua.
I migranti hanno raccontato di essere partiti dalla Libia la notte tra venerdì e sabato scorso. Il motore dell’imbarcazione si sarebbe rotto dopo poche ore dalla partenza. Un rimorchiatore cipriota, due giorni fa, avrebbe avvistato il natante, lanciato delle zattere di salvataggio agli occupanti e avvertito le autorità italiane che pensavano che l’imbarcazione avrebbe soccorso gli extracomunitari alla deriva sulla carretta del mare. Invece i ciprioti si sono allontanati. A 27 miglia dal barcone c’era una nave della Nato a cui le autorità italiane hanno chiesto di intervenire, ma l’alleanza ha risposto negativamente. Su questa circostanza, ieri, il Viminale ha chiesto spiegazioni sollecitando un intervento dei ministri della Difesa e degli Esteri sulla Nato.
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05 Agosto 2011, 10:43