16 Settembre 2023, 10:20
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LAMPEDUSA – L’idea di fare un attendamento per ospitare attrezzature e appartenenti alle forze dell’ordine, nell’ex base Loran di Lampedusa, è stata per il momento accantonata. Lo si apprende da ambienti della prefettura. Sia per le reazioni degli isolani che, stamattina, hanno fatto un blocco stradale nei pressi del Comune e che nel pomeriggio faranno un sit-in al porto, sia perché il ritmo di sbarchi sembra stia scemando. E si va inoltre verso un peggioramento delle condizioni del mare. Non verranno quindi sbarcate a Lampedusa, né stasera, né domani, tende ed attrezzature. Sull’isola tutti gli alberghi sono pieni e non è stato trovato posto, nei giorni scorsi, nemmeno per i militari che avevano fatto un sopralluogo per collocare le tende.
Il camion, con autogru, pedane di bottigliette d’acqua e cornetti, è stato fatto passare pochi minuti dopo la telefonata con il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari: i lampedusani hanno sgomberato il blocco stradale creato fra le vie Vittorio Emanuele e Ariosto. “Il gesto di fare passare il camion è stato un piccolo segnale di distensione – ha detto Giacomo Sferlazzo del movimento Mediterraneo Pelagie -. Siamo qui per bloccare le tende e se dal caso andiamo a Ponente perché il nostro obiettivo è bloccare la tendopoli. Questo blocco è stato un primo segnale per far capire che siamo disposti anche a gettarci sotto i camion per bloccare la tendopoli. Non abbiamo paura del questore, della Meloni, della Von der Leyen, vengano in piazza a parlare con noi. Resteremo qui finché l’isola non verrà svuotata e bypassata affinché possa respirare e la popolazione possa essere tranquilla e non più martoriata”.
Sempre al microfono è stato lanciato, tanto da Sferlazzo quanto dal vice sindaco Attilio Lucia, un appello: “Tutta la popolazione deve prendere coscienza della gravità della situazione perché qualcuno ancora pensa che la situazione possa essere gestita. Noi siamo per la pace, siamo per la pace”. La gente nella piazza, dove sorge l’obelisco, ha applaudito. A tutti i commercianti è stato chiesto di abbassare le saracinesche e scendere in piazza, così come sono state invitate le famiglie con i bambini piccoli e gli anziani. Il sit-in, sotto il Comune, va avanti e gli isolani si sono dati appuntamento, per le 17,30, al porto per una nuova manifestazione.
“Quello che sta accadendo a Lampedusa è la dimostrazione del fallimento del governo Meloni e della sua incapacità nella gestione dell’emergenza umanitaria che ha portato in questi giorni migliaia di migranti a sbarcare sull’isola”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana. “L’ipotesi di una tendopoli nell’isola o, peggio, della realizzazione di un mega-centro di accoglienza – aggiunge Catanzaro – è inaccettabile perché trasformerebbe Lampedusa in un ‘campo profughi a cielo aperto’: la tutela dei diritti umani deve andare di pari passo con il rispetto della comunità locale che invece il governo Meloni vuole mettere in ginocchio”. “Dal momento che il presidente Schifani è il presidente di tutti i siciliani, e quindi anche dei lampedusani – conclude Catanzaro – vorremmo conoscere la sua opinione su quello che il governo nazionale vuole realizzare nell’isola”.
La cronaca della mattinata. Un centinaio di lampedusani, con il vice sindaco Attilio Lucia (Lega) in testa, hanno bloccato via Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Ariosto. Interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e anche un’autogrù. La protesta è esplosa quando fra gli isolani si è diffusa la notizia che nell’ex base militare Loran verrà creata una tendopoli e che sul traghetto di linea che arriverà fra poco al porto ci sono mezzi e attrezzature dell’Esercito.
“Adesso basta, adesso basta, adesso basta!” è l’urlo dei manifestanti lungo la via Vittorio Emanuele, a Lampedusa: “Lampedusa non può più sopportare tutto questo, non ce la possiamo fare”; “Lampedusa è nostra e non del governo o dell’Unione europea”. A comporre il cordone del blocco stradale ci sono anziani, ma anche tanti giovani e donne con bambini in braccio.
“Da oggi Lampedusa dice basta – urla il vice sindaco, che indossa la fascia tricolore, Attilio Lucia (Lega) -. I lampedusani sono stanchi, da oggi basta. Basta! Questa non è accoglienza, Lampedusa non può accogliere 200mila migranti. Lampedusa libera”. E arriva un applauso scrosciante. “Il Governo deve mettere due navi in rada – continua il vicesindaco -. Il sindaco è da 9 mesi che lo chiede e ripete, Lampedusa deve essere bypassata. Questo è un governo fallimentare”.
A Lampedusa i manifestanti si stanno muovendo verso Capo Ponente per bloccare la realizzazione della tendopoli: “Andiamo in massa – urla al microfono Giacomo Sferlazzo del movimento Mediterraneo Pelagie, che per giorni ha tenuto un sit-in davanti al municipio – . Spostiamoci tutti perchè non deve essere creata nessuna tendopoli, altrimenti tutti abbandoneremo l’isola”. Si sta decidendo come organizzarsi perché il blocco stradale in via Vittorio Emanuele, nei pressi del Municipio, dovrà essere mantenuto, secondo gli organizzatori della protesta. “La situazione è gravissima, si vogliono prendere l’isola. Chiamate i parenti, gli amici, la situazione è gravissima. Salviamo casa nostra, salviamola”, urla Sferlazzo.
Sarà un’area logistica per gli operatori di governo quella che dovrebbe essere creata nell’ex base Loran di Lampedusa: la tendopoli che gli isolani stanno, con veemenza, contestando. A spiegarlo, tentando di fare ulteriormente chiarezza, è il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari che non sapeva, almeno fino ad ieri, di cosa effettivamente si trattasse. “Sull’isola, abbiamo bisogno di spazi per lavorare, conservare materiali e attrezzature, e l’Esercito li sta apprestando” ha detto Ricifari. Intanto, alle 17,30, al porto, i lampedusani – temendo che venga creata una tendopoli per migranti – faranno una nuova, pacifica, manifestazione. (
Sul versante europeo, visti i massicci arrivi a Lampedusa, il governo tedesco vuole continuare ad accogliere volontariamente migranti dall’Italia attraverso il meccanismo di solidarietà interrotto di recente. Lo scrive l’agenzia tedesca Dpa segnalando una dichiarazione fatta ieri sera in tv dalla ministro dell’Interno federale, Nancy Faeser: le procedure di accoglienza volontaria erano state sospese “perché l’Italia non ha mostrato alcuna volontà di riprendersi persone attraverso la procedura di Dublino”; ma, ha subito aggiunto, “ora, naturalmente, è chiaro che adempiamo anche al nostro obbligo di solidarietà”.
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16 Settembre 2023, 10:20