Lento ritorno alla normalità | Viminale: “Via i clandestini”

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21 Settembre 2011, 12:24

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E’ degenerata la protesta di alcune centinaia di tunisini che si stava svolgendo nei pressi del porto vecchio di Lampedusa, a due passi da una pompa di benzina. Secondo le prime frammentarie informazioni alcuni migranti si sono impossessati di tre bombole di gas all’interno del vicino ristorante “Delfino blu” minacciando di farle esplodere. A questo punto le forze dell’ordine, in assetto anti sommossa, hanno caricato i manifestanti. Gli scontri hanno coinvolto anche alcuni abitanti dell’isola, che hanno dato vita a una fitta sassaiola nei confronti degli immigrati, che hanno risposto lanciando a loro volta pietre e suppellettili.

A Lampedusa si registrano in questo momento disordini in diverse parti dell’isola, in un clima di “caccia all’uomo” che sta coinvolgendo anche gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell’ordine sono avvenuti anche all’interno del Centro di prima accoglienza dove si trovano ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell’isola stanno intanto affluendo i primi feriti, appartenenti alle forze dell’ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l’invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza.

Dopo la troupe di Sky Tg24, alcuni lampedusani hanno aggredito anche l’operatore della Rai Marco Sacchi, facendogli cadere per terra la telecamera. L’aggressione è avvenuta davanti il distributore di benzina dove la polizia, in assetto antisommossa, ha caricato un gruppo di tunisini che minacciava di fare esplodere acune bonmbole di gas.

E’ quasi caccia ai giornalisti a Lampedusa. Davanti al distributore di benzina dove la polizia in assetto antisommossa ha caricato alcuni tunisini che minacciavano di fare esplodere delle bombole di gas, la gente ha inveito contro i cronisti di ANSA, Adnkronos e l’operatore della Rai, Marco Sacchi. “Andatevene è meglio per voi”, ha urlato con toni minacciosi un gruppo di una trentina di lampedusani. I cronisti sono stati accerchiati e costretti ad andare via.

“Come volevasi dimostrare, se ce ne fosse stato bisogno, queste persone nordafricane attraverso forme di violenza vogliono comandare a casa nostra. La vergogna é che nel nostro paese vi sono ancora persone che ostinatamente cercano di trovare delle giustificazioni a tali comportamenti”. Lo ha dichiarato il vicepresidente dei senatori della Lega Nord, Lorenzo Bodega che prosegue: “La solidarietà sicuramente trova alloggio nei nostri cuori ma quando la presenza clandestina di persone extracomunitarie genera violenza, questa è da combattere con tutti i mezzi possibili a disposizione. Se a violenza non bisogna rispondere con violenza, non dobbiamo comunque lasciare che persone innocenti soffrano un disagio sulla propria terra e pertanto – conclude – lotta dura senza paura”.

E’ asserragliato nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull’immigrazione. In un cassetto dell’ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball. “Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure”, dice. “Siamo in presenza di uno scenario da guerra, – aggiunge – lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l’isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza”. Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.

“Alle associazioni umanitarie dico: non vi permettete di accusare di razzismo i lampedusani, hanno dato fin troppo. Siamo in guerra, la gente a questo punto ha deciso di farsi giustizia da sola”. Lo dice il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, asserragliato nel suo ufficio mentre davanti il municipio ci sono decine di persone che protestano contro i tunisini.

Sarebbero decine le persone rimaste ferite dopo gli scontri che a Lampedusa hanno coinvolto alcune centinaio di tunisini che stavano manifestando, le forze dell’ordine che li hanno caricati e un gruppo di abitanti di Lampedusa che protestano contro la presenza sull’isola dei migranti. Fino ad ora sono stati medicati nel Poliambulatorio dell’isola due agenti di polizia e un militare della Guardia di Finanza, oltre a una decina di migranti che presentano diverse escoriazioni e contusioni. Per uno di loro, in uno stato di semicoma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza.

Il dirigente della scuola di Lampedusa, dopo avere consultato il sindaco, ha chiuso il portone e chiesto agli insegnanti di vigilare sugli alunni e al personale di controllare gli accessi. La decisione è stata presa in seguito agli scontri tra tunisini, forze dell’ordine e lampedusani avvenuti stamani in paese. Tra le gente c’é paura e timore che i migranti che vagano per l’isola possano aggredire bambini e ragazzi.

14.05. “Quanto sta succedendo a Lampedusa era largamente prevedibile e, purtroppo, non ci sorprende. Ci stupisce, invece, come questo non sia stato previsto dal ministero dell’Interno. Si tratta della cartina tornasole dell’incapacità di questo governo nell’affrontare le drammatiche questioni che pesano sul nostro Paese”. Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. “Maroni intervenga – aggiunge – perché non si può scaricare sulla pelle dei cittadini di Lampedusa l’intero peso dell’emergenza migrazioni. Adesso basta con le promesse: Lampedusa sia svuotata immediatamente. Non possiamo accettare che questa perla del Mediterraneo diventi un luogo di guerriglia e di terrore per la popolazione”.

14.46. Ronde di lampedusani vanno in giro per l’isola a caccia di tunisini, dopo gli scontri di stamattina a colpi di pietre con un gruppo di migranti che minacciava di far esplodere alcune bombole di gas davanti al distributore di benzina nel porto vecchio. La tensione per le strade è alta, mentre i turisti prendono il sole nelle spiagge. Un lampedusano ha preso a calci un tunisino in fondo a via Roma, sotto gli occhi della polizia in antisommossa che è subito intervenuta, caricando l’immigrato nel furgone di Lampedusa accoglienza.

15.08. “Chiedo scusa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Adesso che gli animi si sono un po’ placati, mi rendo conto d’aver usato parole inappropriate”. Lo ha detto il sindaco delle Pelagie, Bernardino De Rubeis, che durante i tafferugli fra isolani e immigrati, ai microfoni del Tg 5, nella concitazione del momento, aveva usato un’espressione irrispettosa nei confronti del presidente della Repubblica, invitandolo a recarsi nell’isola. “Sono mortificato – ha aggiunto De Rubeis – per le parole utilizzate, ma qui la situazione è davvero ingestibile e si perde il lume della ragione. Rinnovo però, con le dovute maniere, l’appello al presidente Napolitano che è bipartisan e il padre della nostra Italia. Valuti la possibilità di venire a Lampedusa signor presidente – ha concluso De Rubeis – e venga in difesa di quelli che sono i diritti di questa popolazione, ancora orgogliosa di essere italiana”.

15.13. Quasi tutti i tunisini sono rientrati nel centro accoglienza di Lampedusa, dopo la manifestazione di stamattina e gli scontri con le forze dell’ordine davanti al distributore di benzina nel porto vecchio. Gli immigrati, spiegano alcuni agenti, sono rientrati nel Cpa di loro iniziativa, probabilmente preoccupati anche dall’ostilità di alcuni lampedusani.

16.38. Entro le prossime 48 ore tutti i clandestini presenti a Lampedusa saranno trasferiti per essere poi rimpatriati. Lo assicura il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione e asilo, Sonia Viale. “Un ringraziamento – afferma il sottosegretario – va al Prefetto, al Questore, alle Forze dell’ordine ed ai Vigili del Fuoco che stanno tenendo un comportamento attento e responsabile in un momento di forte tensione”.

(Foto del centro bruciato ieri)

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21 Settembre 2011, 12:24

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