04 Settembre 2024, 16:25
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Un barcone carico di migranti è naufragato in acque territoriali libiche. Ma sono stati i militari della guardia costiera ha soccorrere 7 siriani che si trovavano su una barca capovolta che nel frattempo era entrata in acque italiane.
I profughi sono stati condotti a molo Favarolo di Lampedusa, dove sono sbarcati. Da lì sono stati trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola.
I superstiti raccontano d’essere partiti in 28 dalla Libia lo scorso primo settembre e che dopo un giorno di navigazione si è verificato l’incidente. Attualmente risultano disperse – stando ai racconti dei 7 siriani – ben 21 persone, fra cui tre bambini.
Ennesima tragedia del mare, dunque. “Tutti sono caduti in mare perché il tempo era brutto e il mare agitato. Abbiamo cercato di salvare i nostri compagni ma non c’è stato nulla da fare…”. È una delle testimonianze dei naufraghi approdati a Lampedusa.
“Siamo partiti domenica pomeriggio da Sabrata, in Libia – hanno proseguito i superstiti – A bordo eravamo tutti sudanesi e siriani. La barca si è capovolta dopo un giorno di navigazione”.
Le ricerche stanno andando avanti con unità navali e un aereo Atr 42 della guardia costiera. Il Centro nazionale di coordinamento del Soccorso Marittimo della Guardia costiera di Roma ha allertato anche i centri di soccorso libico, maltese e tunisino.
“C’è stato un calo significativo di arrivi di migranti ed è evidente che le politiche del Governo stanno funzionando”. Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino.
“Ma è necessario – ha aggiunto – che l’Europa si occupi di quel che si parla da tanto tempo, ossia i canali umanitari per far viaggiare e arrivare in sicurezza queste persone, altrimenti si continueranno ad avere morti nel Mediterraneo”.
“Siamo attoniti davanti all’ennesima tragedia consumata a largo di Lampedusa“. Lo dice Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana.
“Mentre le autorità competenti stanno cercando di fare chiarezza su quanto accaduto – aggiunge – i sette sopravvissuti di quello che sembra essere stato un naufragio, sono stati accolti all’hotspot di contrada Imbriacola, dove stanno ricevendo tutta l’assistenza necessaria CRI sta dando conforto a quanti, dopo terribili momenti, sono giunti sulle nostre coste, dopo essere stati recuperati in mare”.
Quando ancora non c’è ufficialità sulle eventuali vittime, interviene Unicef. “Le nostre più sentite condoglianze vanno alle loro famiglie I sopravvissuti hanno riferito che la barca di legno – partita da Sabratha, in Libia, tre giorni fa – si è capovolta più volte, lasciando le persone aggrappate al lato della barca mentre i loro familiari annegavano intorno a loro”.
Unicef, inoltre, ha voluto i governi “a osservare il quadro dal Patto sulla Migrazione e l’Asilo per rafforzare il loro impegno nella protezione dei fornitori e delle minorenni, in conformità con la legge dell’Ue e internazionale”.
Tutto ciò “include garantire – aggiunge l’Unicef - vie sicure, legali e accessibili per bambine, bambini e adolescenti che cercano protezione e per ricongiungersi con i familiari. Allo stesso tempo, operazioni di ricerca e soccorso coordinate in mare, sbarco sicuro, accoglienza basato sulla comunità e accesso ai servizi di asilo sono essenziali per prevenire morti e proteggere i minorenni”.
Il team di Save the Children, presente sull’isola, è intervenuto fin dai primi momenti dello sbarco per dare supporto ai sopravvissuti, fortemente provati, e fornire una risposta ai loro bisogni primari”. Lo fa sapere la ong. “Il Mar Mediterraneo – prosegue la ong – si conferma ancora una volta una delle rotte più letali al mondo. Sono oltre 30.200, secondo dati Onu, i morti e dispersi in mare nel Mediterraneo dal 2014, molti dei quali minori”.
“Dinnanzi a questa ennesima tragedia a Lampedusa nel Mar Mediterraneo, la priorità del Governo italiano e dell’Unione europea deve essere aprire canali d’ingresso europeo e salvare le persone perché la vita umana è sacra.” Lo dichiara il deputato e attivista per i diritti umani Aboubakar Soumahoro.
“Serve un cambiamento di politica. Le risorse impiegate per finanziare i lager in Libia e altrove, dove i migranti subiscono torture e violazioni di ogni genere, dovrebbero essere destinate a salvare vite in mare” conclude.
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04 Settembre 2024, 16:25