16 Ottobre 2014, 20:56
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PALERMO – L’Autorità nazionale anticorruzione bacchetta la Regione sull’Irfis. E dà ragione all’ex assessore all’Economia Gaetano Armao, che aveva sollevato il caso con un esposto. La delibera dell’Anticorruzione è firmata dal presidente Raffaele Cantone e riguarda l’assegnazione di disponibilità finanziarie da parte dell’Irfis ad un fondo unico a gestione separata che non era stato ancora costituito.
Armao con una sua lettera del settembre 2012 aveva diffidato l’Irfis dall’operare iniziative di affidamento di servizi ad altro istituto di credito, senza il previo esperimento di alcuna procedura di evidenza pubblica. Armao aveva anche presentato un esposto alla Corte dei conti, denuncia che portò all’apertura di un’indagine da parte della magistratura contabile. Agli amministratori dell’Irfis, nel gennaio del 2013.
Ora l’Authority guidata da Cantone accoglie i dubbi sollevati da Armao respingendo le controdeduzioni di Irfis e Regione. In particolare sull’affidamento di servizi ad altre banche, senza il previo esperimento di alcuna procedura di evidenza pubblica.
L’Autorità, infatti, ritiene che Irfis Finsicilia deve qualificarsi come ente in house della Regione e in quanto tale “sia tenuto al rispetto del codice dei contratti pubblici” e al divieto “in base al quale non può ammettersi il contestuale svolgimento da parte del medesimo ente di ulteriori attività di intermediario finanziario sul mercato, al pari degli altri operatori economici; la costituzione, a tal fine, di gestioni separate e/o di società partecipate non è idonea a superare il predetto divieto”. Inoltre, per l’Antocorruzione, che è la massima authority sui contratti pubblici, “per i servizi bancari, in casi come quello di specie, ai fini della determinazione dell’importo si deve tener conto anche dell’utilità concernente la disponibilità di ingenti somme di denaro; di talché, anche nelle ipotesi di gratuità o di commissioni a carico dell’ente affidatario di valore inferiore alle soglie di rilevanza comunitarie, a garanzia della concorrenzialità tra gli operatori del mercato bancario, il contratto deve essere considerato di valore indeterminabile, con conseguente applicazione delle regole che governano l’affidamento di servizi di importo superiore alle soglie comunitarie”.
Non sono state accolte, dunque, le osservazioni dell’Irfis, che aveva prodotto al riguardo due pareri legali. Nelle sue controdeduzioni, l’Irfis aveva sostenuto che la società non potrebbe ritenersi obbligata a seguire le procedure ad evidenza pubblica in tutti i casi in cui si trovi a dover interloquire con operatori economici di un mercato liberalizzato come quello bancario. La Regione Siciliana – nel frattempo al governo Lombardo era succeduto quello di Rosario Crocetta – aveva condiviso le considerazioni e le argomentazioni dedotte dall’Irfis, ritenendo in ragione delle stesse superate le perplessità espresse dal precedente assessore. Ma per l’Anticorruzione non sarebbero sufficienti neanche le novità introdotte in materia da una legge regionale alla fine del 2013. Novità che per Cantone “non appaiono idonee a superare le criticità”.
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16 Ottobre 2014, 20:56