12 Dicembre 2013, 06:15
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PALERMO – Come ai tempi dei lenzuoli. In piazza, nei quartieri popolari, sui luoghi della violenza. Perché, come scriveva ieri su queste pagine Alessandro Albanese, “contro il pizzo serve una risposta durissima e concreta”. A due giorni dalla retata che ha portato in cella gli uomini del racket alla Noce, ma soprattutto dopo il video-choc che mostra il pestaggio subito da un commerciante per essersi ribellato, Confindustria Palermo e il movimento “Io mi arruolo” lanciano la mobilitazione nei quartieri contro il racket: da un lato con l’assemblea che gli imprenditori iscritti a Confindustria terranno all’inizio dell’anno prossimo nella piazza di un quartiere popolare, dall’altro con una mobilitazione rivolta al popolo di Nino Di Matteo “per mettere insieme la società civile e riappropriarsi del territorio”.
È l’antimafia ai tempi del mazzuolo. Della violenza gratuita e inarrestabile vista nelle immagini diffuse martedì dalla Squadra mobile. “Noi palermitani – ha commentato su Facebook il leader di ‘Io mi arruolo’, Pippo Russo – non possiamo tollerare che un commerciante venga selvaggiamente picchiato da uomini del racket perché si rifiuta di pagare il pizzo. Il tempo non può essere passato invano ed il sangue innocente non può essere stato versato inutilmente. Siamo la città che dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio ha dato esempio di indignazione e di forte reazione popolare alla mafia e a tutti i suoi sodali nascosti nelle istituzioni”. Con i lenzuoli, appunto, con un’energia che nelle settimane scorse è tornata in piazza per le intimidazioni a Nino Di Matteo: “Adesso – spiega Russo – bisogna fare qualcosa per mettere insieme la vicenda incredibile di Di Matteo e quel che è successo alla Noce. Bisogna convogliare quelle energie per dimostrare che c’è una connessione profonda tra quel che succede al palazzo di giustizia e il territorio. Bisogna fare il salto di qualità: non basta limitarsi a esprimere solidarietà ai magistrati, come se il loro lavoro fosse slegato da quel che succede in città. Dobbiamo metterci la faccia. Senza bandiere. In quella piazza, alla Noce”.
Alla Noce come al centro storico. Nei quartieri popolari. Come farà Confindustria: “Ogni mese – afferma Albanese – tutti gli imprenditori di Confindustria si riuniscono in assemblea. La prossima, a gennaio, si terrà nella piazza di un quartiere popolare. Poi, il mese dopo, ripeteremo l’iniziativa in un altro quartiere. E così via”. Con un refrain: “Mettendoci la faccia. Andando a sfidare da vicino questa gentaglia. Lo scriva: questi pezzi di m…”. A viso aperto. Con la forza della gente comune. Al tempo dei mazzuoli come in quello dei lenzuoli.
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12 Dicembre 2013, 06:15