23 Ottobre 2019, 09:58
2 min di lettura
ROMA – La commissione parlamentare antimafia, presieduta da Nicola Morra, ha avviato la sua indagine sul caso dell’ex leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante. A Palazzo San Macuto sono stati ascoltati i giornalisti Attilio Bolzoni e Gianpiero Casagni. “C’è qualcosa che non va secondo me nell’antimafia – le parole di Bolzoni -. Ci sono persone rispettabilissime ma se si prendono soldi da istituzioni e ministeri non si è liberi, è un’antimafia che guarda all’indietro, alle stragi, e non ha capito cosa è successo dopo. Non ha capito la trasformazione delle mafie. Quanto al giornalismo: sono stupito che nessuno scriveva del caso Montante, ho letto in una informativa di polizia che una trentina di giornalisti, in modo diverso, alcuni commettendo solo leggerezze altri essendo a busta paga di Confindustria, altri ancora avendo ottenuto l’assunzione di parenti, erano in rapporti con Montante”. E ancora: “Mi sconvolge come la comunicazione si sia divorata l’informazione, su questa vicenda. C’è un giornalismo molto galleggiante in Italia, un giornalismo superficiale. Del caso Montante in quei mesi nessuno parlava”.
Il primo ad essere ascoltato è stato Casagni: “Questa vicenda ha completamente stravolto la mia vita lasciandomi senza lavoro. E’ una vicenda di cui non vuole parlare nessuno”. “Dal 2014 sono stato oggetto e destinatario di accuse mostruose da cui mi sono dovuto difendere da solo”, ha sostenuto il giornalista il quale ha aggiunto, di essere stato, con altre due persone, “le parti che hanno subito più danni in questa storia: sono stato emarginato, isolato e considerato un pazzo. Chi doveva tutelarmi, l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, è stato muto, sono stati addirittura avviati due procedimenti disciplinari contro di me, tutto è stato poi ovviamente archiviato”. Casagni ha ringraziato Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso (Fnsi) “gli unici a testimoniarmi solidarietà”. Casagni è stato giornalista del settimanale siciliano “Centonove”, la cui società editrice è stata dichiarata fallita nel 2016. “Montante intercettato diceva: dobbiamo ‘cafuddare’ (picchiare ndr) prima Centonove, a Repubblica pensiamo dopo: un vero attacco alla libertà”, ha detto oggi il cronista in Antimafia.
Pubblicato il
23 Ottobre 2019, 09:58