08 Settembre 2013, 07:00
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CATANIA – “Il Piano di rientro, così come è stato approvato, è stata una scelta inopportuna. E’ emersa una linea di rigore, ma è un rigore che ricade sulla pelle dei cittadini”. Il vice capogruppo di Patto per Catania in Consiglio comunale, e vice presidente della Commissione consiliare al Bilancio, Agatino Lanzafame, commenta la difficile situazione finanziaria di Palazzo degli Elefanti e, alla luce di quanto successo per gli asili nido, invita l’amministrazione Bianco a ricorrere ai necessari correttivi a quanto predisposto dalla passata amministrazione per evitare il default, per fare in modo che le scelte effettuate dallo staff di Stancanelli e inserite nel Piano, non danneggino eccessivamente la cittadinanza.
Consigliere, ci spieghi meglio cosa intende quando definisce “inopportuna” la scelta di approvare il Piano di rientro.
“Moltissime scelte ricadranno sulle spalle delle categorie più deboli. Questo aspetto emergeva già al momento dell’approvazione del documento, tanto è vero che io, che allora ero consigliere della sesta municipalità, ho dato parere sfavorevole al Piano di rientro proprio perché i “costi umani” conseguenti a quanto previsto potevano essere molto alti. L’amministrazione Bianco ha intenzione di provare a frenare gli effetti negativi del Piano, ma non è facile perché quanto inserito nel documento, di fatto, vincola l’azione di governo, per le scelte fatte dalla passata amministrazione e che hanno costi sociali altissimi.
Quali sono i settori dove io vincoli sono più stretti e più evidenti?
I servizi sociali. La vicenda degli asili nido, in questo senso, è l’esempio più lampante. Il Piano di rientro, infatti, prevedeva la soppressione degli asili nido, con quella conseguente dei posti di lavoro per i lavoratori delle cooperative che svolgono servizi esternalizzati e con il rischio di mettere in mobilità i dipendenti comunali. Per questo, il salvataggio operato dall’amministrazione rappresenta un segnale importante per la città. La Giunta, infatti, pur nel rispetto degli obiettivi di contenimento della spesa, è riuscita a salvaguardare 230 posti di lavoro e a garantire un servizio fondamentale per le fasce più fragili della popolazione che l’amministrazione Stancanelli aveva deciso di chiudere. Con questo risultato abbiamo dimostrato che rigore finanziario e solidarietà sociale, intesa come lotta alla povertà e sostegno alle persone fragili, possono camminare insieme ed essere i due pilastri dell’azione di questa amministrazione.
Può farci altri esempi di quali altri effetti produrrà, se non corretto, il Piano sulla cittadinanza?
Il Piano prevede l’accorpamento dei centri sociali decentrati. Cibali e Barriera, per esempio, avranno un solo centro sociale, nel quartiere Nord della città, e questo probabilmente comporterà che, chi abita lontano, non ci andrà più perchè magari non ha la possibilità e così rimarrà isolato dalla rete di servizi diventando, in questo modo, ancora più povero, non di mezzi ma di informazioni. La richiesta che è già pervenuta dalle Municipalità è quella di prevedere sulla dislocazione sul territorio dei centro sociali che tenga presenti le distanze. Partiamo da una situazione catastrofica nella quale ci si è voluti andare a cacciare volontariamente da parte dell’amministrazione precedente. Bisognava prevedere sì il Piano di risanamento, però la scelta di andare a tagliare i servizi, in particolare quelli alle fasce povere e più deboli, è stata una scelta politica che questa amministrazione non può condividere. Come maggioranza, stiamo cercando di fare passare il messaggio che ci saranno, e non potrà essere altrimenti, politiche di rigore in ambito economico, perché la situazione di difficoltà non è assolutamente superata, ma il risanamento non lo può pagare la parte debole della società. Non sacrificare i diritti ai numeri. Bisogna comunque anche ridurre le spese, risparmiare il più possibile, intervenire sui fitti passivi ad esempio. Anche il Consiglio comunale, e in questo senso si è pronunciata anche la presidente, Francesca Raciti, che ad esempio ha annunciato la volontà di convocare alcune sedute in orario diurno o nel primo pomeriggio, in modo da risparmiare sugli straordinari.
Come pensate di agire nei confronti dell’amministrazione, considerando che non sarà semplice intervenire sul Piano di rientro?
Ovviamente staremo attenti, come maggioranza, che l’amministrazione tenga presente questo aspetto. Ma l’importante è intercettare le risorse disponibili. In un quadro di difficoltà economica, bisognerà istituire delle Task Force in tutti gli assessorati, a cominciare da quello ai servizi sociali, per captare tutti i fondi europei, penso ai Pac, i piani di azione e coesione, penso al Fondo sociale europeo, che ci permetteranno di portare avanti tutta una serie di interventi, rivolti ad esempio all’inserimento lavorativo o all’accoglienza dei migranti, che non possono realizzarsi se non attraverso l’uso di queste risorse e con la collaborazione del terzo settore. Bisogna scongiurare il rischio che ci si limiti ad allargare le braccia. E sono certo che l’assessore Trojano si stia attrezzando per riuscire a intercettare le risorse e collaborare con le forze attive della città per mettere in piedi tutta una serie di interventi. Alcuni dei quali possono essere fatti anche a costo zero. Bisogna ripartire dai bisogni del territorio, risparmiando le risorse ma rispondendo ai bisogni. In caso contrario un’amministrazione ha fallito nel proprio compito.
Siete pronti anche a fare la voce grossa?
Come maggioranza, abbiamo già evidenziato al sindaco come la tutela delle fasce deboli della popolazione per noi sia una priorità e come solidarietà e rigore debbano camminare assieme, e da questo punto di vista abbiamo avuto un riscontro positivo dal sindaco Bianco che si è dimostrato sensibile a questi temi. Ad esempio in materia di Tares e di esenzioni, dato che per le famiglie più indigenti, a causa della mancata regolamentazione da parte della passata amministrazione, la tassa sui rifiuti rappresenta un problema. L’assessore Girlando ci ha assicurato che, se in fase di redazione del regolamento il consiglio comunale vorrà tutelare le fasce deboli, troverà il massimo appoggio da parte dell’amministrazione. È sicuramente un tema su cui siamo davvero attenti.
Quale è stato, secondo lei, l’errore della Giunta Stancanelli?
La solidarietà sociale spesso viene vista esclusivamente come fonte di spesa e non come risorsa. E questo è l’errore che ha fatto Stancanelli. In realtà è un investimento: se io investo in solidarietà sociale e quindi levo substrato alla criminalità organizzata, l’opera di repressione mi costerà di meno. L’idea, e noi ci teniamo che l’amministrazione la metta al primo posto, è quella di un Welfare come investimento per la crescita della città. Bisogna salvare Catania insieme ai suoi abitanti.
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